L”Occidente tra ricerca medica e fusione nucleare

Articolo di Enrico Casini e Andrea Manciulli pubblicato nel numero di gennaio 2023 della rivista Airpress

Lo scoppio della guerra in Ucraina ha determinato probabilmente l’avvio di una fase nuova nelle relazioni internazionali, ma questo evento, va anche inserito nel contesto più ampio di competizione tra le grandi potenze del pianeta e di cambiamento, profondo, negli scenari economici e politici globali. I due anni di Covid avevano impresso già un cambio di passo a questa fase di mutamento in atto da alcuni anni ormai: un processo molto veloce, indubbiamente accelerato non solo da alcuni grandi eventi ma anche dalla rapidità della rivoluzione digitale e tecnologica. Tanto che emerge con sempre maggiore forza proprio in questa  nuova competizione la sfida per il primato nei settori più avanzati tecnologicamente. Tema che durante l’emergenza pandemica aveva assunto grande evidenza e che la guerra ha oggi rafforzato.

Anche la Guerra fredda, che spesso viene paragonata alla fase di competizione attuale, vide tra gli elementi di rivalità e di confronto tra Urss e Stati Uniti, la gara in alcuni settori ad alta tecnologia. Si pensi alla corsa allo spazio. Fare paragoni tra il nostro tempo e la Guerra fredda può essere però fuorviante, ma emerge, anche oggi come in questa competizione tra potenze sia centrale il tema della primazia nelle nuove tecnologie, in particolare di quelle emergenti. Una competizione, possiamo dirlo, che rimanda anche a un generale confronto tra democrazie ed autocrazie, anche se dai contorni ideologici molto più sfumati rispetto al passato, per quanto il campo dei paesi autocratici sia in realtà molto più diviso, disomogeneo e attraversato da rivalità profonde di quello democratico.

È indubbio però che in questa nostra odierna competizione la conquista del primato tecnologico è probabilmente la sfida che catalizza più risorse, essendo collegata direttamente a molti interessi strategici dei paesi coinvolti, e più attenzioni, di natura politica e mediatica. Anche perché potrebbe determinare chi dominerà il prossimo secolo, un’epoca di svolta per il genere umano.

È interessante segnalare come, oltre alla sfida che interessa il dominio nelle tecnologie digitali o nello sviluppo delle nuove tecnologie dirompenti, in due campi particolari, che saranno però fondamentali anche in futuro, è emerso nel corso di alcuni recenti fatti quanto ancora oggi l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, possano vantare un oggettivo vantaggio rispetto agli altri rivali. Il primo riguarda il campo della ricerca scientifica in ambito medico, dove, i vaccini prodotti in Occidente hanno dimostrato la loro superiorità rispetto a quelli prodotti in Cina o Russia (nonostante la grande propaganda con cui erano stati salutati i vaccini russo-cinesi), permettendo al mondo di poter affrontare la pandemia. Ma l’altra vera notizia riguarda il tema della fusione nucleare. La recente notizia, annunciata negli USA, dimostra quanto in questo settore strategico per il futuro, l’Occidente sia in vantaggio rispetto ai suoi competitori. Per quanto possano mancare ancora molti anni al raggiungimento della effettiva possibilità di sfruttare una fonte di energia derivante dalla fusione nucleare, è chiaro che l’ultimo passo fatto sia stato un evento eccezionale. Che potrebbe davvero determinare un cambio enorme nella storia dell’umanità e del pianeta. Non solo sul piano energetico o ambientale, ma anche economico e politico: pensiamo soltanto cosa potrebbe comportare vivere in un mondo non più dipendente dai combustibili fossili. E cosa potrebbe comportare proprio nel quadro della competizione tra potenze. Un altro esempio, in fondo, di come, in alcuni settori ancora fondamentali per il futuro dell’uomo, come la ricerca scientifica o la medicina, il vantaggio dell’occidente, e soprattutto dell’America, sia ancora evidente. Alla faccia del (presunto) declino.

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