La diffusione del Coronavirus negli USA e le sue ricadute nel paese

Gli USA sono il paese attualmente con più contagi derivanti dal SARS-Cov-2. Quali sono le ricadute che la pandemia sta avendo nella situazione socio-economica e politica interna? Un breve aggiornamento

Gli Stati Uniti stanno attraversando un momento particolarmente difficile, derivante anche dalla gravità dell’impatto che la pandemia da SARS-Cov-2 sta avendo da settimane nel paese.

Negli ultimi giorni, il paese è rimasto particolarmente colpito dalle proteste successive alla morte del giovane afroamericano George Floyd, proteste a cui si sono aggiunti anche scontri e violenze che stanno aumentando il clima di tensione nel paese, in un contesto complessivo dove le divisioni, sopratutto a livello politico, erano già molto presenti prima della pandemia (per esempio tutta la vicenda legata all’impeachment presidenziale ).

Nell’anno delle elezioni presidenziali, i cui risultati solo poco prima dello scoppio della crisi pandemica potevano sembrare scontati con un probabile riconferma alla Casa Bianca di Donald Trump, oggi sono stati probabilmente rimessi in discussione dalla crisi e il Presidente in carica si trova a dover affrontare numerose difficoltà inattese, in un evidente contesto economico-sociale soprattutto condizionato dalle ricadute che sul piano dell’occupazione e dell’economia la pandemia sta avendo in tutto il paese.

Come le cronache delle settimane precedenti ci avevano restituito, al di là di alcuni errori di gestione della crisi, commessi a diversi livelli in tutto il paese, gli USA erano già stati attraversati da proteste differenti e polemiche proprio sul tema della gestione dell’emergenza: da chi chiedeva misure più severe di contenimento del virus, alle polemiche tra governo federale e governatori, fino alle proteste di piazza di una parte di popolazione, in particolare in alcuni stati interni, scesa per strada contro il lockdown.

Oggi, nel pieno della polemica politica condizionata ovviamente anche dalle sempre più prossime elezioni di novembre, con il candidato democratico Joe Biden che in larga parte dei sondaggi di opinione sta guadagnando consensi a scapito del presidente in carica,  il paese sta cercando faticosamente di uscire dall’emergenza sanitaria e per affrontare quella economica, facendo ripartire il sistema. Ma la crisi non è ancora del tutto superata e i numeri della diffusione dei contagi sono ancora molto elevati.

Infatti, se nel mondo sono stati toccati i 6 milioni di contagiati e circa 360 mila deceduti a causa del Covid-19, i dati resi noti dalla Johns Hopkins University che riguardano gli Stati Uniti ci dicono che solo nel paese i morti sarebbero più di 100 mila, a fronte di un milione e settecentomila contagi, e solo nella giornata del 30 maggio i morti a causa del Covid-19 sarebbero stati 1225[1], con la possibilità che il numero si incrementi ancora nei prossimi giorni, vista la diffusione del contagio. Gli USA restano il paese con più contagi e più decessi nel mondo, mentre nel corso degli ultimi giorni sono continuati a crescere anche i dati relativi a Brasile, India e Russia. Lo stato di New York è il più colpito nel paese, da solo praticamente conta numeri di un paese europeo, ma anche altri stati, per esempio la California, hanno avuto dati molto elevati di diffusione del virus negli ultimi giorni.

Purtroppo, anche a causa della caratteristiche del sistema sanitario e dello stato sociale americani, l’impatto a livello sociale del virus sta avendo conseguenze molto pesanti, soprattutto sugli strati più fragili della popolazione. In questo caso però, oltre ai drammatici dati di tipo sanitario e sociale, l’impatto economico di questa crisi è stato molto grave, come testimoniato dai dati provenienti dal numero crescente di disoccupati che fanno appello ai sussidi che confermano un trend davvero preoccupante.

Una fetta crescente di popolazione è senza lavoro o è impossibilità a lavorare o a rischio licenziamento. Solo negli ultimi giorni circa 2 milioni di lavoratori avrebbero fatto richiesta del sussidio, a fronte di un complessivo, da inizio della crisi, che secondo i dati diffusi, di circa 41 milioni di lavoratori hanno fatto richiesta dei sussidi[2]. La crisi economica e la recessione sono una  certezza con cui il governo federale sta già cercando di fare i conti, ma che, come nel resto del mondo, sta avendo un impatto devastante nel tessuto sociale dei singoli paesi oltre che su tutta l’economia globale.  Le ricadute economiche sulla prima economia del mondo, si fanno sentire ovunque, e se unite  a quelle che stanno subendo Cina e paesi europei e alla crisi dei prezzi del petrolio, potrebbero davvero ingenerare una crisi economica globale dalle conseguenze difficilmente prevedibili. Gli analisti economici non si spingono in facili previsioni, ma la gravità della situazione internazionale è evidente ogni giorno, l’impatto per esempio su alcune categorie particolari di imprese e di lavoratori, si pensi al settore turistico in genere o al trasporto aereo, sta producendo risultati mai visti prima, nemmeno ai tempi della crisi successiva all’11 settembre 2001. E se le ricadute economico sociali sono gravi negli USA o in Europa, è facile immaginare quanto, di conseguenza, queste poi si riflettono su economie e sistemi politici fragili come in Sud America o in Africa.

La speranza che terminata l’ondata della diffusione del virus e superata l’emergenza sanitaria si possa tornare a lavorare, commerciare, produrre come prima è alla base di quanto non solo negli USA, ma anche in Europa, i governi e l’UE stanno cercando di fare, mettendo in campo misure eccezionali di sostegno ai redditi, al lavoro, alle economie nazionali. Ma la particolarità di questa crisi e di questa pandemia, compreso il fatto che non sappiamo ancora bene quanto durerà e che conseguenze produrrà in molti settori economici, rendono tutto molto complesso. La possibilità che nuove ondate possano colpire, o i tempi di realizzazione di un vaccino, ancora rendono il tutto ancora più incerto.

Tutto questo, come già detto, avviene negli USA nell’anno delle elezioni presidenziali. Già la campagna elettorale è stata sostanzialmente stravolta, molti appuntamenti legati alle primarie sospesi, le stesse conventions dei partiti in attesa di decisioni certe sulle loro modalità di svolgimento. Nel paese il confronto elettorale si fa di giorno in giorno più aspro, anche alla luce di quanto sta avvenendo, dalle polemiche politiche alle conseguenze della pandemia stessa, che sta evidentemente facendo crescere il clima di scontento generale e di tensione nel paese. A novembre mancano ancora diversi mesi e Trump certamente cercherà di recuperare terreno, soprattutto sul piano economico, dove peraltro molti sondaggi gli riconoscono maggiori capacità, sapendo che molto della sfida presidenziale si giocherà probabilmente molto intorno anche al quel tema, come altre volte in passato. Ma dato il contesto internazionale che si sta determinando a causa della pandemia, quali scelte verranno condotte, sul piano estero e non solo interno, potrebbero non essere indifferenti ai fini dei risultati elettorali, e anche per le conseguenze che potrebbero avere sul versante economico. Certamente la priorità, adesso, come nel resto del mondo resta superare l’emergenza e sconfiggere il virus. Gli USA in queste settimane hanno spesso prestato aiuto ad altri paesi, Italia ed Europa comprese, in uno sforzo non banale di generosità internazionale. Vincere questa emergenza è oggi una priorità per tutto il mondo e il ruolo che gli USA avranno in questa sfida globale, e nei prossimi mesi, sarà assolutamente decisivo.


[1] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/coronavirus-Negli-Usa-altri-1225-decessi-102798-totali-In-India-aumentano-i-contagi-f41ce13f-50eb-4d23-a82d-cb8c3d4bcb43.html?refresh_ce

[2] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/usa-oltre-2-milioni-di-nuovi-disoccupati-41-milioni-da-inizio-emergenza-98751942-780f-42b3-b283-ec3f49195326.html

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