Emergenza Covid: Crescono i contagi nel mondo (anche in Europa)

La situazione dell’emergenza pandemica continua arimanere grave nel mondo, anche in alcuni paesi europei, dove i contagi sono tornati a crescere. Mentre in attesa del vaccino, continuano le proteste dei negazionisti e aumenta anche il rischio di nuovi lockdown

Le proteste dei cosidetti “negazionisti”, ovvero il variegato fronte di contestatori che si oppongono alle misure restrittive contro la diffsione del nuovo coronavirus o in alcuni casi ne negano anche l’esistenza o la gravità, hanno attraversato ormai le strade di numerose città e capitali occidentali, dall’America all’Europa. Ultima in ordine di tempo Londra, coinvolta in una protetsa a cui hanno preso parte circa 15 mila persone, conclusa anche con scontri tra alcuni manifestanti e le forze dell’ordine.
I manifestanti inglesi, contrari alle restrizioni anti-covid, come in molte città europee, erano l’insieme di un fronte variegato e articolato di contestatori, tra cui alcuni che sostengono teorie cospirazioniste che legano diffusione del nuovo coronavirus alla tecnologia 5G. In tutta Europa le proteste hanno visto elementi estremistici di destra e di sinistra in strada, assieme ai movimenti no vax o altri movimenti cospirazionisti, che si sono scagliati contro i governi nazionali per le misure adottate nel contrasto alla pandemia. Si va da chi nega del tutto l’esistenza del virus, a che invece contesta le misure adottate, in ogni caso il dato rilevante, al netto del fatto che si tratta sempre di piccole minoranze di manifestanti, è la preseza in tutto l’Occidente di questi movimenti, cresciuti nel tempo soprattutto grazie all’attivismo online e alla presena sui social network.
Ma la realtà effettiva dell’emergenza, al di là delle contestazioni, ci presenta un situazione ben diversa da quella che spesso viene descritta nelle piazze delle proteste. Non solo per i numeri drammatici della pandemia dei mesi scorsi, ma anche per quello che sta continuando a succedere nel mondo, e anche in Europa, e per i rischi reali che questo virus continua a rappresentare per le persone.
Infatti proprio nel Regno Unito i dati di crescita dei contagi, in costante aumento negli ultimi giorni, hanno visto circa 6000 casi in un giorno. Mentre in Europa occidentale Francia e Spagna rimangono i due paesi al momento più colpiti. Forse non siamo ancora davanti alla seconda ondata, ma i contagi crescono sempre di più in Europa come nei mesi primaverili e intanto l’Oms mette in guardia la comunità internazionale rispetto al rischio che nel mondo si possano raggiungere addirittura 2 milioni di morti.
I tempi che ancora ci separano dalla possibilità di avere a disposizione un vaccino efficace sembrano ancora non brevissimi, e questo impone ovviamente di provvedere, nell’attesa, ad ariginare il virus con misure di contentimento e di contrasto della sua diffusione di diversa intensità, ma data la situazione attuale non potranno essere esclusi nuovi lockdown anche localizzati (come del resto sta avvenendo in alcuni paesi).
Il prolungarsi dell’emergenza, e la pesante crisi economica in atto, potrebbero dare atto anche a nuove proteste, non solo dei negazionisti, nelle prossime settimane, anche in presenza di nuovi contagi. Il problema delle ricadute, non solo sanitarie, della pandemia resta tutto in campo e si dimostra uno dei problemi più gravi, anche in vista dei prossimi mesi, con cui anche i governi europei dovranno fare i conti, per non rischiare nuove tensioni sociali. Per questo la risposta che anche a livello europeo si sta mettendo in campo sul piano economico e sociale sarà decisiva per superare questa emergenza e anche per contenere eventuali tensioni.
Intanto, la realtà della pandemia ci restituisce un quadro molto serio in tutto il mondo, dove siamo ormai prossimi al numero di 1 milioni di decessi e più di 32 milioni di casi positivi.
Nei singoli paesi continuano ad essere gravi le situazioni che riguardano Brasile e India, ma anche negli dagli Stati Uniti, con circa 7 milioni di casi da inizio pandemia, continua l’incremento di contagi. Ma la crescita di contagi riguarda appunto sempre di più anche l’Europa, dove da inizio crisi si sono contati circa 5 milioni di casi in totale, ma nelle ultime settimane si è vista una nuova crescita in alcuni paesi in particolare. Il virus avanza quasi ovunque, a partire dalla Francia con circa 15.000 casi nelle ultimi 24 ore, in linea con i numeri dei giorni scorsi, o la Spagna dove i casi sono stati 12.000 circa in 24 ore.
Nel timore che le crescita di casi possa portare a nuove chiusre e misure più gravi di contnimento, il Covid sta continuando sempre di più a diventare oltre che un problema serio per i sistemi sanitari nazionali e per l’economia internaizonale, anche potenziale fonte di tensioni, soprattutto nei paesi più poveri o più conflittuali.
Di certo, in attesa del vaccino, anche nei paesi europei, per evitare una aggravamento della situazione, nei prossimi mesi saremo tutti chiamati a un rispetto esemplare delle regole previste per evitare il più possibile la diffusione del virus; ma sarà sempre più necessario, a livello istituzionale, rafforzare anche gli strumenti di collaborazione e coordinamento a livello comunitario e internazionale, soprattutto sul fronte sanitario e della ricerca scientifica oltre che economico, per contrastare la pandemia e tutte le sue ricadute.

La situazione dell’emergenza pandemica si sta aggravando nel mondo, e in alcuni paesi europei, dove i contagi sono tornati a crescere ai livelli della primavera. Tra proteste e nuovi rischi di lockdown

Le proteste dei cosidetti “negazionisti”, ovvero il variegato fronte di contestatori che si oppongono alle misure restrittive contro la diffsione del nuovo coronavirus, hanno attraversato ormai le strade di numerose città e capitali occidentali, dall’America all’Europa. Ultima in ordine di tempo, Londra, coinvolta in una protetsa a cui hanno preso parte circa 15 mila persone, conclusa anche con scontri tra alcuni manifestanti e le forze dell’ordine.
I manifestanti “negazionisti” inglesi, contrari alle restrizioni anti-covid, si erano concentrati a Trafalgar Square e a Hyde Park. Tra questi, come in molte città europee, un fronte variegato e articolato di contestatori, tra cui alcuni che sostengono teorie cospirazioniste che legano diffusione del nuovo coronavirus alla tecnologia 5G. In tutta Europa le proteste hanno visto elementi estremistici di destra e di sinistra in strada, assieme ai movimenti no vax o altri movimenti cospirazionisti, che si sono scagliati contro i governi nazionali per le misure adottate nel contrasto alla pandemia. Si va da chi nega del tutto l’esistenza del virus, a che invece contesta le misure adottate, in ogni caso il dato rilevante, al netto del fatto che si tratta sempre di piccole minoranze di manifestanti, è la preseza in tutto l’Occidente di questi movimenti, cresciuti nel tempo soprattutto grazie all’attivismo online e alla presena sui social network.
Ma la realtà effettiva dell’emergenza, al di là delle contestazioni, ci presenta un situazione ben diversa da quella che spesso viene descritta nelle piazze delle proteste. Non solo per i numeri drammatici della pandemia dei mesi scorsi, ma anche per quello che sta continuando a succedere nel mondo, e anche in Europa e per i rischi reali che questo virus continua a rappresentare per le persone.
Infatti proprio ieri in Regno Unito i dati di crescita dei contagi, in costante aumento negli ultimi giorni, hanno visto circa 6000 casi. Mentre in Europa occidentale Francia e Spagna rimangono i due paesi al momento più colpiti. Forse non siamo ancora davanti alla seconda ondata, ma i contagi crescono sempre di più in Europa come nei mesi primaverili e intanto l’Oms avverte rispetto al rischio che nel mondo si possano raggiungere addirittura i due milioni di morti.
I tempi che ancora ci separano dalla possibilità di avere a disposizione un vaccino efficace sembrano ancora non brevissimi, e questo impone ovviamente di provvedere, nell’attesa, ad ariginare il virus con misure di contentimento e di contrasto della sua diffusione di diversa intensità, ma data la situazione attuale non potranno essere esclusi nuovi lockdown anche localizzati (come del resto sta avvenendo in alcuni paesi).
Il prolungarsi dell’emergenza, e la pesante crisi econoimica in atto, potrebbero dare atto anche a nuove proteste, non solo dei negazionisti, nelle prossime settimane, anche in presenza di nuovi contagi. Il problema delle ricadute, non solo sanitarie, della pandemia resta tutto in campo e si dimostra uno dei problemi più gravi, anche in vista dei prossimi mesi, con cui anche i governi europei dovranno fare i conti, per non rischiare nuove tensioni sociali. Per questo la risposta che anche a livell europeo si sta mettendo in campo sul pieno economico e sociale sarà decisiva per superare questa emergenza.
Intanto, la realtà della pandemia ci restituisce un quadro molto serio in tutto il mondo, dove siamo ormai prossimi al numero di 1 milioni di decessi e più di 32 milioni di casi positivi.
Nei singoli paesi continuano ad essere gravi le situaizoni che riguardano Brasile e India, ma anche negli dagli Stati Uniti, con circa 7 milioni di casi da inizio pandemia, continua l’incremento di contagi. Ma la crescita di contagi riguarda appunto semrpe di più anche l’Europa, dove da inizio crisi si sono contati circa 5 milioni di casi in totale, ma nelle ultime setimane si è vista una nuova crescita in alcuni paesi in particolare. Il virus avanza quasi ovunque, a partire dalla Francia con circa 15.000 casi nelle ultimi 24 ore, in linea con i numeri dei giorni scorsi, o la Spagna dove i casi sono stati 12.000 circa in 24 ore.
Nel timore che le crescita di casi possa portare a nuove chiusre e misure più gravi di contnimento, il Covid sta ontinuando semrpe di più a diventare oltre che un problema serio per i sistemi sanitari nazionali e per l’economia intrernaizonale, anche sempre di più fonte di tensioni e potenziale instabilità, soprattutto nei paesi più poveri o più conflittuali.
Di certo, in attesa del vaccino, anche nei paesi europei, per evitare una aggravamento della situazione, nei prossimi mesi saremo tutti+chiamati a un rispetto esemplae delle regole per evitare il piùpossibile la diffusione del virus, ma sarà smepre più necessario, a livello istituzionale, rafforzare gli strumenti di collaborazione e coordinamento a livello comunitario e a livello internazionale.

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