La corsa globale al vaccino e la morsa del Covid. A che punto siamo.

Mentre avanzano ricerche e studi sul vaccino in tutto il mondo, la crisi pandemica sembra non arretrare.

Nei giorni scorsi l’azienda farmaceutica americana Pfizer ha annunciato di aver sviluppato un possibile vaccino, in collaborazione con la tedesca Biontech, che dopo i test previsti ha raggiunto il 90% di efficacia nel prevenire le infezioni nella fase 3 della sperimentazione. Una notizia che, come era prevedibile, ha fatto in pochi secondi il giro del mondo, oltre ad aver letteralmente spinto il titolo della grande azienda in borsa, insieme a molti altri titoli del settore. Nel corso delle ultime settimane, oltre agli annunci sui progressi di numerosi progetti in campo, non erano nemmeno mancate le notizie di problemi o incidenti nelle sperimentazioni,  avvenuti nell’ambito di alcuni di questi progetti di vaccino, a cui si sono sommati i rischi ventilati, anche nei giorni scorsi, su possibili mutazioni del virus in altre specie di mammiferi. La notizia giunta da oltre oceano, come dimostrato dalla speranza con cui è stata salutata non solo a livello mediatico, ha oggettivamente fatto intravedere all’opinione pubblica un po’ di luce, in fondo al lungo buio tunnel della pandemia. Ma per citare Angel Merkel, il tunnel potrebbe essere ancora davvero lungo e andrà attraversato tutto.

Il vaccino probabilmente potrà essere, insieme alla possibilità di mettere in campo cure mediche di massa accessibili ed efficaci, l’arma più utile per sconfiggere questo virus che da gennaio inchioda il mondo intero in una crisi sanitaria senza precedenti da cento anni a questa parte.

Attualmente, secondo fonti di stampa, a oggi vi sarebbero nel mondo circa un’ottantina di candidati vaccini nella fase di test pre-clinici su animali, mentre una trentina sono avanzati alla fase della sperimentazione umana. Undici prototipi di vaccino dovrebbero essere arrivati alla fase tre. La speranza che presto, forse entro l’inizio del 2021, l’obiettivo di un vaccino sia raggiunto, è oggi concreta e confermata da numerosi fonti.

Intanto però la pandemia non arresta la sua corsa. I dati aggiornati, a livello globale, in termini di vittime (circa 1 milione e 200 mila) e di contagi (50 milioni circa) danno l’idea della gravità della situazione, come più volte anche noi, sulle nostre pagine, abbiamo ricordato. Ai dati dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid si legano i dati e gli effetti globali che rendono la situazione attuale davvero drammatica in tutto il mondo. Da un lato l’emergenza continua sul piano sanitario, legata sia alla diffusione del virus che ai problemi derivanti dallo stress apportato dalla pandemia ai sistemi sanitari nazionali che rende difficoltosa anche la gestione delle altre emergenze e la cura dei pazienti affetti da altre patrologie. Ma vi sono anche tutti gli effetti, sulla sicurezza o sulla stabilità politica, oltre alle ricadute di natura economica, sociale e anche psicologica ed educativa che stanno producendo gravi problemi in molti paesi. Una crisi di cui potremmo dover pagare le conseguenze, soprattutto a livello sociale, a lungo.

La corsa per il vaccino, su cui sono concentrati tutti i grandi paesi e tutte le più grandi aziende farmaceutiche mondiali, su cui sono state investite somme enormi, a livello pubblico e privato,  e che coinvolge migliaia di laboratori, ricercatori, studiosi, insieme ovviamente a tutto il lavoro di analisi e ricerca che viene condotto da dieci mesi sul virus stesso, calamita oggi l’attenzione e le speranze del mondo intero. Si tratta infatti, probabilmente, della partita più urgente e rilevante sul piano medico-scientifico che l’umanità intera sta giocando e su cui si concentrano, giustamente, più attese. Non  a caso intorno al tema del vaccino si è innescata una competizione che ha anche tratti di natura geopolitica e propagandistica tra le grandi potenze globali, con i diversi i paesi e le rispettive aziende, impegnati nei vari progetti per raggiungere per primi l’obiettivo del vaccino sicuro ed efficace per combattere il Covid.

Dopo di che, ovviamente, come è stato ricordato a più livelli, una volta raggiunto il vaccino dovrà essere prodotto in massa, si parla in questo caso di centinaia di milioni di dosi, e distribuito a centinaia di milioni di soggetti, con tutte le problematiche di ordine logistico e organizzativo che potrebbe comportare una simile impresa.  Ma senza una diffusione globale su tutte le fasce della popolazione e anche nei paesi più poveri la sua efficacia potrebbe non essere sufficiente ad arginare la pandemia in tempi rapidi. Intanto, ovviamente, è essenziale svilupparlo rapidamente ed essere pronti a produrlo su larga scala, mentre in molti paesi, anche in Italia, si stanno già preparando team addetti all’organizzazione della sua distribuzione. È un lavoro necessario a livello sanitario, ma lo è anche a livello economico, per arginare in tempi rapidi i danni prodotti sul sistema economico globale dalla crisi.

Infatti l’impatto economico in larga parte del mondo è stato fino ad oggi molto pesante. Il virus sta producendo problemi ingenti all’economia, che potranno aumentare ancora in conseguenza della sua durata, con conseguenze crescenti anche a livello sociale e occupazionale, in molti settori. Il fatto che la seconda ondata stia oggi investendo molti stati, a partire dall’Europa, con numeri di  contagi elevatissimi e ben al di sopra di quelli della scorsa primavera (basta confrontare i dati italiani o francesi tra oggi e marzo/aprile) rappresenta bene la drammaticità del momento e i rischi che si stanno correndo.

Il virus non molla la sua morsa globale, in particolare nei paesi Europei, ritornati ad essere il nuovo epicentro della seconda ondata, ma anche in America, non solo negli USA, ma anche in tutta l’America latina, e in paesi come India o Russia o in Medio Oriente. I contagi quotidiani continuano a crescere e molti paesi stanno optando per nuovi lockdown totali o parziali al fine di limitare la diffusione del virus nella popolazione.

La sfida davanti a noi potrebbe essere ancora lunga e richiedere uno sforzo globale davvero importante sotto molti punti di vista. Di fatto, ormai da febbraio, viviamo in una costante crisi pandemica che, a parte la flessione estiva in Europa, sta tenendo sotto pressione i sistemi sociali, economici, sanitari e politici come mai era accaduto in tempo di pace da 80 anni a questa parte. Probabilmente una parte rilevante della possibilità di superare questa crisi passa proprio dalla conquista in tempi rapidi di cure e vaccino. Ma anche nelle migliori previsioni, serviranno ancora altri mesi prima che la loro diffusione possa davvero essere massiva e sul piano globale. La corsa al vaccino, intanto, è sempre più nel vivo, ma tutto il mondo spera possa concludersi presto.

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