Come il Covid può dare impulso alla telemedicina

Le tecnologie che potrebbero abilitare una vera e propria Digital Health sono da tempo mature, ma la necessità di reagire alla pandemia ha dato un impulso decisivo alla ricerca e allo sviluppo di molte innovazioni nel campo della sanità digitale. L’analisi di Sara De Silvestri

Alcune delle novità sono destinate a durare e ad essere adottate su larga scala. In cima a queste, la telemedicina potrebbe finalmente ricevere la spinta tanto attesa per soddisfare le promesse.

“Telemedicina” è un termine cappello che comprende vari tipi di assistenza sanitaria a distanza, tra i principali la televisita, il teleconsulto medico, il telemonitoraggio, la teleriabilitazione e la teleassistenza. Nel 2020, della televisita si è avvalsa in particolar modo l’assistenza psicologica, la cui richiesta è aumentata significativamente a partire dall’innesco della pandemia, insieme alla necessità di mantenere il distanziamento sociale.  Anche il monitoraggio da remoto ha ulteriormente svelato le sue potenzialità, specialmente quando supportato dagli wearable (i cosiddetti dispositivi indossabili) per tenere sotto osservazione parametri vitali anche in pazienti asintomatici in isolamento domiciliare. Da parte delle aziende non mancano soluzioni innovative e non invasive, come l’anello per la misurazione della saturazione dell’ossigeno. Per le patologie croniche, in particolare per quelle cardiovascolari ed il diabete, che richiedono continui follow-up, gli smart device vengono in aiuto per monitorare la pressione, la frequenza cardiaca, il sonno e la glicemia, per fare alcuni esempi, in modo da riuscire ad intervenire con la giusta tempestività in caso di un peggioramento del quadro clinico. E ultimamente non si parla solo di monitoraggio da remoto dai dispositivi indossabili, ma anche da quelli impiantabili, come i defibrillatori cardiaci.

La vera rivoluzione avverrà quando le misurazioni di queste tecnologie saranno effettivamente ed automaticamente integrate nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Perché la posizione di primo piano l’avranno, ancora una volta, i dati. Immaginate se il vostro medico potesse avvertirvi di una problematica legata alla vostra salute ancora prima che ne accusiate i sintomi in modo tanto efficace e tempestivo quanto Facebook riesce a proporvi proprio quell’attrezzatura da campeggio che vi mancava per essere veramente pronti a tutto per la prossima escursione. Un parallelo forse estremo, perché il mondo della sanità è complicato da diversi aspetti, non solo tecnologici: si vedano le limitazioni legate alla privacy dei pazienti, il carico di lavoro degli specialisti e la complessità del problema clinico. Ma non così lontano dal reame del possibile: per fare un esempio, uno studio americano ha sviluppato un modello che predice con adeguato valore prognostico il verificarsi di un primo episodio psicotico da dati comunemente raccolti nella routine clinica e caricati sul FSE di circa il 15% della popolazione USA. I dati sono la base per creare quei complessi modelli di intelligenza artificiale che permettono di fare previsioni basate sull’evidenza.

L’enorme valore di queste applicazioni è stato dimostrato attraverso sperimentazioni che si susseguono da anni, senza però trovare ancora lo spazio che meritano nell’attuale pratica clinica. Ma forse questo è destinato a cambiare relativamente a stretto giro, perché nell’ultimo anno sono stati fatti enormi passi avanti. Si è partiti da risposte dai connotati emergenziali con la prima Fast call “Telemedicina e Data analysis” nell’ambito dell’iniziativa “Innova per l’Italia”, chiusa a marzo 2020, che ha raccolto centinaia di iniziative (nei link il Report completo). Nel mese di maggio poi il Governo italiano rispose alla necessità di ricorrere all’assistenza domiciliare e di limitare i contatti interpersonali con tentativi più strutturali, potenziando la Digital Health attraverso il “Decreto Rilancio” con 1,256 miliardi per l’assistenza territoriale e la sorveglianza attiva dei pazienti Covid.

Ora ci si avvicina a quello che si chiede a gran voce da lungo tempo: una cornice normativa che sappia regolare questo tipo di prestazioni (nel 2014 erano uscite linee d’indirizzo che però non avevano dato seguito ad un piano nazionale concreto). E così la Conferenza Stato-Regioni ha approvato, a dicembre scorso, le “indicazioni nazionali per l’erogazione dei servizi di telemedicina” (nel testo declinati in televisita, teleconsulto medico, teleconsulenza medicosanitaria e teleassistenza da parte di professioni sanitarie). Queste prestazioni rientreranno nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), e saranno quindi rendicontabili e tariffabili come le prestazioni tradizionali, dovranno soddisfare minimi standard di sicurezza (ad esempio di cybersecurity, per cui tutti i dati trasferiti, compresi video, audio e immagini, saranno crittografati), e con ben definite responsabilità. Sta alle Regioni formulare Delibere che recepiscano e attuino questa regolamentazione, cosa che nel corso del 2020 è avvenuta a passo veloce, di fatto anticipando le indicazioni nazionali.

Anche dal punto di vista clinico-organizzativo si stanno facendo passi avanti con la pubblicazione di best practice dei flussi di lavoro riguardanti la telemedicina, per integrare questo tipo di servizi all’interno delle organizzazioni ospedaliere (cosa che nel settore privato in parte sta già accadendo).

Insomma, potremmo essere vicini al punto di svolta in cui si passerà dai messaggi scambiati su Whatsapp con il proprio medico curante e i consulti psicologici via Skype a una vera e propria integrazione della telemedicina nel Sistema Sanitario Nazionale. Manca però un coordinamento centrale su quelli che dovrebbero essere i requisiti tecnici di un’infrastruttura tecnologica centralizzata sicura ed interoperabile (cioè che possa operare con diversi sistemi proprietari). Il Next Generation EU sarà un’opportunità unica per realizzare finalmente il quadro completo di questi strumenti innovativi. E, se non è sperare troppo, in modo armonizzato a livello europeo.

Sara De Silvestri è ingegnere biomedico e ricercatrice nel campo delle tecnologie e servizi in campo biomedicale

Bibliografia:

https://www.nature.com/articles/s41551-020-00640-6

https://ouraring.com/

https://www.jacc.org/doi/full/10.1016/j.jacep.2017.02.007

https://www.thelancet.com/journals/landig/article/PIIS2589-7500(20)30024-8/fulltext

https://github.com/taskforce-covid-19/documenti/blob/master/sgdl_5_Teleassistenza_Medica/sgdl5_relazione_telemedicina.pdf

https://www.agendadigitale.eu/sanita/regolamentazione-nazionale-telemedicina/

https://altems.unicatt.it/altems-i-sistemi-informativi-sanitari-per-il-governo-dell-organizzazione-telemedicina

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