Gli Stati Uniti da Trump a Biden: il Covid-19 tra contesto interno e internazionale

Gli Stati Uniti sono uno dei paesi più colpiti dalla pandemia da Covid-19 – dichiarata come tale dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) l’11 marzo 2020 – guidando la classifica dei decessi con oltre 500.000: un dato spaventoso se si considera che Washington tra Prima e Seconda guerra mondiale e Guerra del Vietnam messe insieme ha fatto registrare meno vittime. È chiaro, dunque, come la pandemia abbia giocato, e tuttora stia giocando, un ruolo chiave per quanto riguarda gli equilibri politici interni e internazionali nonché per la stabilità del sistema economico e sanitario americano. L’Amministrazione Biden, in questo senso, ha segnato una netta inversione di marcia rispetto all’Amministrazione Trump nel contrasto al coronavirus, sia nel contesto interno sia in quello internazionale. Cosa è cambiato?

La gestione dell’Amministrazione Trump

Se prima della diffusione del Covid-19 l’esito delle elezioni sembrava sostanzialmente scontato, la gestione ondivaga e poco chiara del virus da parte dell’Amministrazione Trump ha cambiato le carte in tavola, portando una larga fetta di indecisi – fondamentali nella vittoria del tycoon del 2016 – a votare per Biden piuttosto che per il 74enne repubblicano.

La pandemia ha portato obbligatoriamente ad un ripensamento delle campagne elettorali dei due candidati nonché delle Convention – anche se quella repubblicana si è svolta in presenza – dei dibattiti presidenziali e dello stesso voto. A proposito del voto, molti americani vista la situazione hanno deciso di votare anticipatamente o per posta generando – all’indomani dell’Election Day – una serie di accuse da parte del presidente Trump riguardo alla presunta illegalità del voto, poi sfociate in cause legali che non hanno avuto nessun riscontro positivo avendo poi Biden giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti lo scorso 20 gennaio.

Il Covid-19 ha anche compromesso i rapporti tra Washington e l’OMS, risanati dall’intervento di Biden, ed ha acuito lo scontro tra Stati Uniti e Cina. Lo scorso aprile, l’ex presidente Trump aveva deciso di sospendere i fondi per un periodo tra 60 e 90 giorni accusando l’Organizzazione di aver gestito in maniera disastrosa la pandemia da Covid-19 e di averne insabbiato, insieme alla Cina, la sua diffusione. Il tycoon ha poi criticato l’OMS per non aver agito abbastanza in fretta per contenere il virus e di essersi fidata dei dati forniti da Pechino. Successivamente, l’ex presidente ha annunciato l’interruzione delle relazioni con l’Organizzazione, accusandola di essere sottomessa alla Cina.

Tuttavia, il coronavirus, oltre ad aver influenzato in maniera negativa la popolarità di Trump – passata dal 48% di marzo/aprile al 38% di settembre/ottobre – il suo operato e le elezioni presidenziali, ha avuto un impatto disastroso sul sistema sanitario americano, sull’economia e sulla disoccupazione – arrivata a cifre che non si vedevano dalla Grande Depressione degli anni ‘30. Da segnalare è sicuramente il piano record da 2 mila miliardi di dollari di aiuti economici (The Coronavirus Aid, Relief, and Economic Security Act) in risposta alla pandemia: una cifra senza precedenti nella storia degli Stati Uniti che ha dato man forte a famiglie ed aziende, sotto forma di assegni di sostegni al reddito, prestiti e salvataggi per imprese grandi e piccole. Tuttavia, il deficit americano rispetto al PIL – arrivato addirittura al 16% a metà 2020 – stenta a calare nonostante l’economia americana si stia riprendendo.

Il Covid-19 ha generato anche una spietata corsa ai vaccini che, ovviamente, ha visto anche gli Stati Uniti coinvolti. Lo scorso dicembre – in tempi record – il vaccino della Pfizer ha ricevuto l’autorizzazione per l’utilizzo da parte della Food and Drug Administration (FDA), facendo partire così la primissima campagna di vaccinazione.

Biden e il Covid-19

Durante la campagna elettorale Biden, coadiuvato dal suo transition team, ha rilasciato un piano per combattere il Covid-19 che riportava al suo interno una serie di politiche volte all’eliminazione del virus. Una volta entrato in carica, il fulcro di questo piano è stato racchiuso nella National Strategy for the COVID-19 Response and Pandemic Preparedness, un documento di quasi 200 pagine che si pone 7 obiettivi fondamentali per il contrasto al coronavirus:

  1. Ripristino della fiducia del popolo americano;
  2. Organizzazione di una campagna di vaccinazione sicura, efficace e completa;
  3. Mitigazione della diffusione attraverso l’espansione di mascherine, test, trattamenti e di chiari standard di salute pubblica;
  4. Espansione dei soccorsi di emergenza ed utilizzo del Defense Production Act;
  5. Riapertura delle scuole, delle imprese e dei viaggi in sicurezza e protezione dei lavoratori
  6. Protezione delle persone più a rischio e miglioramento dell’equità razziale ed etnica;
  7. Ripristino della leadership americana a livello globale, miglioramento della sicurezza sanitaria e costruzione di una migliore preparazione per le minacce future.

Dal 20 gennaio, giorno dell’Inauguration Day, Biden ha firmato quasi 40 executive orders – decreti presidenziali che hanno effetti immediati – almeno una decina dei quali incentrati sul contrasto alla pandemia. Tra i provvedimenti più significativi, l’obbligo all’utilizzo di mascherine negli edifici pubblici e sui mezzi di trasporto, l’imposizione a tutti i viaggiatori che arrivano dall’estero di avere un test negativo fatto prima della partenza e di sottoporsi ad un periodo di quarantena una volta arrivati negli Stati Uniti, il rafforzamento di Medicaid e dell’Affordable Care Act – conosciuta anche come ObamaCare – e il rientro nell’Organizzazione Mondiale dalla Sanità, sovvertendo la decisione dell’Amministrazione Trump, sebbene l’uscita non fosse stata ancora ufficializzata. A tal proposito, il presidente Biden, nel commentare la firma di questo suo ordine esecutivo, ha ringraziato l’OMS per il “ruolo fondamentale” giocato nel contrasto alla pandemia, assicurando supporto finanziario all’Organizzazione, proprio a sottolineare il rinnovato approccio dell’Amministrazione Biden incentrato sul ripristino della leadership americana nel mondo. Tali provvedimenti, insieme a quelli sulla questione climatica e sull’immigrazione, sono un chiaro segnale di come – sin da subito – Biden si sia impegnato nello smantellamento di alcune politiche del suo predecessore, come aveva promesso durante la campagna elettorale.

“Somministreremo 100 milioni di dosi nei primi 100 giorni della mia presidenza”, questo il ritornello di Biden nel corso della sua campagna elettorale. Stando ai dati del New York Times, Biden sarebbe in anticipo rispetto al programma prestabilito: su oltre 96 milioni di dosi distribuite circa 75 milioni sono state somministrate, pari al 78% del totale. In altre parole, il 15% della popolazione americana ha ricevuto una dose mentre quasi l’8% ha effettuato anche il richiamo previsto sia dal vaccino Pfizer che da quello prodotto da Moderna.

In campo economico, nonostante i risultati del 2021 siano migliori rispetto a quanto ipotizzato, Biden ha lanciato un nuovo piano economico da 1.900 miliardi di dollari, al quale i repubblicani si sono dichiarati contrari all’unanimità, pronto ad aiutare ulteriormente famiglie, lavoratori e imprese americane. Tale piano è stato approvato con 219 voti a favore e 212 contrari dalla Camera dei Rappresentanti negli ultimi giorni e dovrà passare al Senato per poter entrare in vigore dove – vista la maggioranza democratica grazie alla possibilità di voto da parte di Kamala Harris – il risultato appare scontato.

Nonostante Biden abbia rivisto e smantellato le politiche del suo predecessore, negli Stati Uniti il numero di contagi e di decessi ha continuato ad aumentare e la ripresa economica è ancora lenta. Nel frattempo, il rientro nell’OMS segnala la rinnovata volontà della nuova Amministrazione di rinvigorire la propria leadership a livello globale – obiettivo cruciale sottolineato da Biden durante il suo primo discorso di politica estera – e di promuoversi come guida di una risposta internazionale al virus con l’obiettivo di essere preparati in maniera più efficace nel futuro. Soltanto il tempo ci potrà dare un risultato sulla reale efficacia dell’approccio adottato dall’Amministrazione democratica.

Alessandro Savini, Centro Studi Geopolitica.info


Immagini tratte da Pixabay.com

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