COVID: importanza del ruolo della Difesa nella lotta al virus e nella crisi pandemica

Da quando la pandemia ha colpito l’Italia, le Forze Armate e la Difesa hanno svolto un ruolo strategico nel contenimento del virus, nel soccorso alle popolazioni, nella logistica, nel sostegno alle strutture sanitarie locali. Un ruolo fondamentale già svolto anche durante altre emergenze. L’importanza della cultura della prevenzione e della resilienza del sistema. Una riflessione della nostra Redazione che chiude il nostro approfondimento a più di un anno dall’inizio della Pandemia.

Durante questo anno di pandemia che ha investito l’Italia, un ruolo sempre più importante, nella lotta al virus e nel sostegno alle istituzioni e alle popolazioni durante la crisi pandemica, è stato svolto dalla Difesa, attraverso l’impiego di personale militare e civile nelle diverse attività messe in campo. Con il lavoro e le attività predisposte già nelle scorse settimane, la Difesa svolgerà un ruolo centrale anche nella campagna vaccinale nazionale, in quella che nei prossimi mesi sarà la più grande campagna di somministrazione di vaccini alla popolazione italiana della storia.

La sfida del Covid ha rappresentato ancora di più quanto le forze armate possano essere utili e necessarie al paese non solo nel garantire la sua sicurezza e la sua difesa nelle attività più tradizionali cui sono deputate, o per contribuire alla sicurezza internazionale attraverso la partecipazione a missioni e operazioni internazionali. Sempre di più, nel corso degli ultimi anni, la Difesa ha dato un contributo essenziale anche nel fronteggiare crisi ed emergenze diverse, da catastrofi naturali e eventi imprevisti che hanno colpito il Paese.  Questa crisi però, sia per le sue dimensioni che per la sua durata, ha rappresentato un evento più grande e complesso di molti altri del passato, ma ha confermato, nella sua drammatica complessità e diffusione nel territorio, quanto sempre di più la Difesa possa essere necessaria, attraverso la preparazione, l’esperienza, le competenze e gli strumenti a disposizione delle sue strutture e del suo personale, per fronteggiare situazione emergenziali di questa portata. Non solo per quello che riguarda le strutture e i reparti giù addestrati e preparati al contenimento di minacce CBRN, già presenti nelle strutture delle Forze Armate, quanto per la dimensione che l’emergenza ha preso e le necessità, più diverse, che in questi mesi sono emerse e hanno richiesto un intervento costante, sia di tipo particolarmente specializzato, si pensi ai voli in biocontenimento, ma anche ad attività di supporto delle autorità sanitarie locali, come l’allestimento di ospedali da campo, o di controllo del territorio al fianco delle forze dell’ordine.

In alcuni casi, le strutture della Difesa hanno anche contribuito a fronteggiare l’emergenza anche sopperendo a mancanze, soprattutto in fase iniziale della crisi, o a debolezze emerse nelle realtà più colpite. È evidente che l’improvvisa comparsa del virus e la sua diffusione hanno posto immediatamente sotto pressione le strutture sanitarie locali, necessitando l’intervento di mezzi e uomini pronti a fronteggiare le emergenze e supportare le attività mediche e sanitarie delle strutture locali.  Per esempio, oltre all’allestimento degli ospedali da campo e delle strutture mediche territoriali, oltre alla disponibilità di personale medico e infermieristico militare o al supporto nel campo della logistica, vanno ricordate anche le attività come la produzione quotidiana di gel e soluzione disinfettante da parte dell’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e la realizzazione di mascherine e dispositivi di protezione individuale,  per cui sono state riconvertite alcune strutture della Difesa, e le attività di sanificazione di strutture di pubblica utilità condotti da team specializzati delle Forze Armate.

Va detto che la gravità della situazione, non solo in Italia, ha posto sotto stress pesantemente le strutture dei sistemi sanitari nazionali, rispetto alle numerose problematiche non solo di tipo sanitario e medico che questa pandemia comporta. La lezione del Covid, da questo punto di vista, dovrà permettere probabilmente a tutti i paesi, oltre all’Italia, di adeguare meglio i sistemi sanitari nazionali a eventi e crisi di questo genere, garantendo una maggiore capacità di resilienza e di flessibilità in situazioni analoghe.

In questo contesto di difficoltà, a livello europeo, fin dal mese di marzo, e senza interruzioni, è stato di grande aiuto anche il lavoro della NATO, in collaborazione con le Forze Armate dei paesi alleati, in supporto alle istituzioni dei paesi membri e dei partners. Un lavoro che attraverso lo Euro-Atlantic Disaster Response Coordination Centre (EADRCC) ha dato un concreto contributo ad alcuni paesi in difficoltà, fornendo strumenti medici e forniture sanitarie. Un altro segno di quanto competenza, esperienze, e capacità messe in campo, e coordinato, dall’Alleanza Atlantica, possono essere fondamentali per superare questa crisi, ma che saranno anche un prezioso bagaglio esperienziale per i prossimi anni.

In futuro l’emergere di minacce e rischi collegati alla dimensione climatica, ambientale, biologica, potrebbero esporre sempre di più i nostri sistemi e le nostre comunità a nuovi eventi o crisi simili, verso i quali sarà indispensabile una preparazione adeguata, oltre a una maggiore capacità di prevenzione e di reazione immediata. Il tema della resilienza, evidenziato in questi mesi sotto molti punti di vista, resta centrale e riguarda anche i nostri sistemi difensivi e di sicurezza nazionale, così come l’economia, la scuola, l’industria, le istituzioni, le infrastrutture. Essere in grado di reagire e contenere le emergenze o le crisi di questa natura, così come saper affrontare e reagire alle nuove minacce emergenti, diventerà sempre più indispensabile. Parallelamente sarà sempre più importante mantenere alta la guardia e la capacità di risposta del paese, anche nei campi della sua sicurezza e difesa tradizionali, per poter garantire la sua piena autonomia e indipendenza, ma anche la capacità logistica, produttiva, economica oltre che la tutela degli asset e degli interessi strategici. Le fragilità emerse, durante questo anno di crisi, non dovranno soltanto essere superate e risolte, ma sarà necessario, in previsione di eventi futuri, mantenere sempre costante la capacità di protezione del Paese e dei suoi interessi strategici in situazioni emergenziali.

Da questo punto di vista potrà poi essere utile affrontare presto anche una riflessione su come integrare, rafforzare, migliorare le capacità, gli strumenti e le risorse a disposizione di tutto il nostro apparato di sicurezza nazionale, in maniera da poter essere sempre più performante e pronto a reagire, ad ogni tipologia di minaccia, simmetriche o asimmetriche, ibride, convenzionali o non, anche a protezione delle istituzioni democratiche e degli asset strategici.

Ma nel tempo diventerà sempre più utile anche con una preparazione più attenta dei cittadini, oltre che delle istituzioni e della autorità locali, a fronteggiare eventuali emergenze o crisi simili, promuovendo una maggiore consapevolezza dei rischi e delle minacce esistenti alla sicurezza. Infatti sarà sempre più importante una preparazione della popolazione ad affrontare le emergenze, una maggiore formazione degli addetti ai servizi essenziali e dei dipendenti pubblici, del personale medico e anche scolastico, e in generale dei singoli cittadini insieme a una migliore capacità di organizzazione e di comunicazione, indispensabili in questi momenti. Per questo diventa indispensabile un lavoro informativo, formativo e culturale da svolgere soprattutto a distanza dai momenti di crisi e dalle emergenze. L’esperienza del Covid, tra le numerose cose che può insegnare, ci trasmette sicuramente la necessità, anche adesso che la crisi è tutt’altro che superata, di essere più pronti e attenti, oggi come domani, di fronte a simili minacce e crisi. Per questo la formazione, oltre all’esperienza e alla preparazione, diventano fondamentali.

Il lavoro svolto in questo anno dalla Difesa è stato determinante, soprattutto in alcuni passaggi critici, e lo resterà anche nei prossimi mesi, in corrispondenza della campagna vaccinale ma anche nel contrasto alla diffusione costante, ancora non conclusa, del virus. Si è trattato di un lavoro che ha confermato come le competenze e le capacità del personale e dalle strutture della Difesa siano sempre più indispensabili al Sistema paese nella sua interezza. In  futuro investire sempre di più anche nella prevenzione e nella resilienza sarà sempre più indispensabile, soprattutto per rafforzare la nostra sicurezza.

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