Nato, Europa, relazioni transatlantiche e molto altro. Di cosa si è parlato al convegno di Europa Atlantica e ReL

Il convegno promosso da Europa Atlantica e Riformismo e Libertà è stata un’occasione interessante per un confronto su alcune delle principali sfide che riguardano l’Italia e l’Europa. Un breve resoconto.

Quale futuro per la Nato e per le relazioni transatlantiche? Perché Europa e occidente sembrano così in difficoltà mentre Russia e Cina avanzano nello scenario globale? Cosa possiamo fare per rilanciare i legami tra le due sponde dell’Atlantico? E cosa può fare l’Italia, in quanto membro fondatore di Nato e Ue, in questa fase di profondo mutamento degli scenari geopolitici globali?

Queste sono state solo alcune delle domande emerse nel corso del convegno “Il Mediterraneo, la difesa europea e la Nato nel nuovo quadro geopolitico” promosso dalle associazioni Europa Atlantica e Riformismo e Libertà nella giornata di mercoledì 11 dicembre, a Roma. Un evento pensato e organizzato, soprattutto per iniziativa del presidente di ReL Fabrizio Cicchitto, che ha visto la partecipazione oltre all’ex presidente della Commissione Affari  Esteri della Camera, anche di Andrea Manciulli, Presidente di Europa Atlantica, del Professor Massimo Teodori, ordinario di Storia americana, Vincenzo Camporini, Consigliere scientifico dello IAI e già Capo di Stato Maggiore della Difesa e infine di Lia Quartapelle, deputata e membro della Commissione Esteri.

A partire dalla sua introduzione al dibattito, Fabrizio Cicchitto, ha voluto ribadire il senso dell’evento e le domande che in qualche modo si intendeva discutere sul futuro dell’occidente nel nuovo quadro  strategico e politico internazionale e di quale ruolo, in questo contesto potevano svolgere Europa e Italia, soprattutto in relazione alla tensione crescente tra Stati Uniti e Cina. In particolare, cosa produce, per l’Europa, la Nato e l’Occidente tutto, anche il confronto con la Russia di Putin, attore geopolitico di primaria importanza, che nel corso degli ultimi anni ha riportato la Russia, dopo la crisi post Guerra Fredda, ad essere una potenza globale.

Vincenzo Camporini, Massimo Teodori e Lia Quartapelle hanno interloquito con punti di vista diversi e focalizzando anche aspetti differenti dei temi in discussione, dal rapporto con la Russia e il futuro della Difesa Europea per il Generale Camporini al rapporto tra Europa, Nato e Usa nell’epoca Trump per Teodori, alle priorità di politica estera europea e italiana per Quartapelle,  con un richiamo particolare alla crisi in Libia, prima di passare la parola ad Andrea Manciulli, per le conclusioni finali del convegno.

Manciulli ha ricordato quanto lo scenario globale sia, a trenta anni dalla fine della Guerra Fredda, diventato un trionfo delle asimmetrie, in cui fenomeni come la rivoluzione digitale e la dimensione cyber della sicurezza e il terrorismo globale abbiamo contribuito a modificare gli scenari di sicurezza internazionale. In questo contesto internazionale di grande mutamento l’Occidente deve ritrovare la sua anima più profonda e il senso della sua missione, a partire dal rilancio dell’Unione Europea e della Nato e dal rafforzamento delle relazioni transatlantiche.

Indubbiamente il convegno, pur avendo lasciato come era ovvio molti quesiti aperti, ha permesso un confronto molto interessante su alcune delle questioni più urgenti di cui la politica, anche in Italia, dovrebbe occuparsi. La necessità di riportare la politica internazionale e il dibattito sulla politica estera italiana al centro del confronto pubblico, non solo all’interno delle istituzioni ma anche a livello di società civile e media,  è stata di fatto la molla principale, ricordata anche in apertura, che ha spinto i promotori dell’evento ad organizzarlo. A trenta anni dalla caduta del Muro di Berlino, che aveva segnato la fine della Guerra Fredda e il trionfo dell’Occidente, riflettere sui cambiamenti degli scenari geopolitici in corso, sull’emergere delle nuove potenze globali,  sulle possibili evoluzioni del confronto tra le potenze, Europa compresa, sembra diventare giorno per giorno sempre di più una necessità per tutti.

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