Quanto è importante la partecipazione italiana alla missione di Air Policing NATO in Islanda

Nel corso di una conferenza online promossa dalla NATO, con la partecipazione dell’Ambasciatore Francecso M. Talò (Rappresentante Italiano Permanente alla NATO), si è parlato della missione di Air Policing NATO in Islanda e del contributo portato dall’Aeronautica Militare italiana.

L’Aeronautica Militare italiana partecipa alla missione NATO di Air Policing in Islanda con il dispiegamento di 6 velivoli F35 e la presenza di un cospicuo numero di addetti presso la base aerea di Keflavik. Non è la prima volta che il nostro paese partecipa alle attività dell’Alleanza Atlantica  a protezione dello spazio aereo islandese: già nello scorso mese di Ottobre la missione aveva visto per esempio al presenza in loco dei primi velivoli F35.

Le attività di Air policing da parte della NATO in corso non interessano in realtà solo l’Islanda, ma anche altri paesi alleati, per esempio nell’area dei Balcani o nel Baltico. Si tratta di operazioni molto rilevanti per la sicurezza collettiva e la protezione dello spazio aereo dell’Alleanza, dato che permettono di integrare o rafforzare le attività di protezione e controllo dello spazio aereo dei paesi che hanno ridotte capacità attraverso l’impiego e il contributo dei paesi maggiori, che possono fornire invece un aiuto proprio attraverso l’impiego dei propri velivoli e del proprio personale a disposizione dei Comandi alleati. Il tutto ovviamente in un contesto di collaborazione e cooperazione tra paesi alleati, direttamente coordinato dei Comandi NATO preposti, con l’obiettivo di garantire che ogni paese dell’Alleanza sia protetto da eventuali minacce aeree esterne e l’integrità generale della sicurezza collettiva sia garantita. Le missioni di Air Policing sono in realtà attività in essere già da molti anni, che hanno accompagnato nel corso del tempo lo sviluppo e il processo di allargamento della NATO fino agli ultimi anni e oggi interessano in particolare alcune aree di confine molto sensibili o esposte a ingerenze esterne.

La missione  in corso in Islanda, con la partecipazione italiana, assume in questa fase e per le caratteristiche anche dei mezzi impiegati, un particolare rilievo, dal punto di vista politico e strategico oltre che militare e tecnologico. Caratteristiche che sono state illustrate pochi giorni fa, nel corso di una conferenza online promossa dal Quartier Generale della NATO, a cui hanno preso parte tra gli altri il Colonnello Michele Cesario, in rappresentanza dell’Aeronautica Militare Italiana, che ha illustrato i dettagli della partecipazione italiana alla missione  e dell’impiego dei 6 velivoli F35, e il Rappresentante permanente dell’Italia presso la NATO l’Ambasciatore Fracesco M. Talò.

In particolare l’Ambasciatore Talò si è soffermato nel suo intervento principalmente sugli elementi di natura politica e strategica che rendono questa operazione così importante non solo per l’Italia, ma anche per la stessa NATO. L’Italia è infatti impegnata, o lo è stato di recente, su molte aree di rilevanza strategica per l’Alleanza proprio in attività di Air Policing che peemettono di difendere lo spazio aereo alleato: dalla Slovenia al Montenegro ai paesi Baltici all’Islanda. La presenza in Islanda riveste un significato anche sul piano politico per il rapporto e il legame di profonda amicizia  e  collaborazione tra i due paesi, che si fonda non solo, appunto, sul contributo dell’Aeronautica Militare alla sicurezza aerea islandese, ma soprattutto su stabili e consolidate relazioni diplomatiche e una comunanza di valori e principi democratici che sono un elemento essenziale e vitale per la stessa NATO.

Indubbiamente, come è stato illustrato nel corso dell’evento, l’operazione in Islanda riveste anche importanza sul piano geostrategico e militare, non solo per la tutela dello spazio aereo del paese nordico, ma visto anche il suo posizionamento tra Artico e Atlantico e i crescenti interessi, anche potenzialmente ostili, presenti in quella regione, a ridosso dei confini più settentrionali dell’Alleanza.

 Inoltre l’operazione ha permesso l’impiego dei velivoli italiani di quinta generazione F35, autentico gioiello tecnologico prodotto in una collaborazione internazionale tra numerosi paesi alleati tra cui oltre all’Italia gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Norvegia e Olanda. L’impiego degli F35, come illustrato nel corso dell’incontro online, ha permesso anche di testare in profondità molte delle caratteristiche e delle potenzialità di questi velivoli, anche in considerazione delle condizioni atmosferiche e climatiche della regione o delle modalità di utilizzo che questo genere di operazioni permettono.

Non da ultimo per importanza, la missione  di Air Policing in Islanda, anche in queste settimane, conferma anche le grandi qualità e l’alto livello di preparazione tecnica del personale della nostra Aeronautica militare, oltre che le notevoli possibilità di impiego dei velivoli F35.

L’Italia si conferma anche con questa missione in Islanda, uno dei principali paesi contributori nelle operazioni internazionali della NATO. Oltre alla partecipazione alle operazioni di Air Policing in Islanda, nei Balcani o nel Baltico, le Forza Armate italiane partecipano con un contributo di grande rilievo anche nelle operazioni NATO in corso in Afghanistan, Kosovo e Iraq, a conferma del ruolo che il paese riveste in ambito atlantico. La presenza in Islanda, come nel Baltico, è strettamente collegata agli interessi del paese e al mantenimento di un impegno, preso con gli Alleati, di contribuire alla sicurezza collettiva e alla difesa dello spazio aereo europeo ma anche ad essere presenti in aree strategicamente molto importanti, ai confini dell’Alleanza, sensibili o esposte a potenziali ingerenze o minacce esterne.


Fonte immagine sito Difesa.it

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