Dal G7 al G20: come la sfida climatica spinge la cooperazione transatlantica

Italia, UE – USA: dal G7 si cambia clima (ed energia)? L’analisi di Gabriele G. Marchionna

Il 2021, un super anno per il clima e l’ambiente, vede diversi appuntamenti internazionali concentrati su questi temi. Il Covid-19 ha inoltre sospinto questa tendenza, affiancando le varie strategie di ripresa economica post pandemica alla transizione ecologica e all’evoluzione energetica globale. In particolare, il 2021 è l’anno del vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, il vertice delle Nazioni Unite sulla biodiversità (CBD COP15) e la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP26), la cui presidenza è condivisa dai governi italiano e britannico che presiedono anche le riunioni del G20 e del G7 del 2021. Questa programmazione offre sicuramente l’opportunità di creare forti sinergie multilaterali che rendono il 2021 l’anno di prova per resettare il mondo fossile e avviare uno green e smart, capitalizzando quanto offerta da una società a impatto climatico zero. A tali temi si lega più ampiamente quello della sostenibilità, centrale nel perseguimento degli obiettivi sociali ed economici oltre che ambientali.

This transition must go hand in hand with policies and support for a just transition for affected workers, and sectors so that no person, group or geographic region is left behind, si legge nel comunicato di Carbis Bay, intitolato Our Shared Agenda for Global Action to Build Back Better.

I leader del G7, riuniti in Cornovaglia dall’11 al 13 giugno 2021, hanno di fatto considerato quanto detto attraverso la “chiara tabella di marcia” fornita il mese scorso dall’International Energy Agency (IEA) e hanno comunicato di dare priorità ai settori e alle attività più imminenti e maggiormente inquinanti.

Nel settore dell’energia, l’impegno del G7 è dedicato ad aumentare l’efficienza energetica, accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e di altre energie a zero emissioni, ridurre gli sprechi, sfruttare l’innovazione, il tutto mantenendo la sicurezza energetica. I Paesi membri del G7 – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America – hanno anche sottolineato un impegno profondo, costante, sinergico ed orientato al futuro. Si fa riferimento alla decarbonizzazione parlando del piano per il 2030, e al necessario allineamento per facilitare i finanziamenti ufficiali internazionali per ridurre le emissioni già dall’anno in corso e per la neutralità climatica al 2050. Si parla infatti di oltre 10 miliardi di dollari dai programmi Accelerating the Coal Transition e Integrating Renewable Energy, dal Climate Investment Funds (CIF) e dal settore privato, per sostenere la diffusione delle energie rinnovabili nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Riconoscendo analogamente che la produzione di energia da carbone è la causa principale delle emissioni di gas serra, a livello nazionale si sono impegnati ad aumentare rapidamente le tecnologie e le politiche che accelerano ulteriormente la transizione in linea con gli obiettivi suddetti.

Per quanto riguarda l’industria e l’innovazione, il G7 si concentra sull’implementazione e l’accelerazione dei progetti su elettrificazione e batterie, sull’idrogeno e la CCUS, l’aviazione e la navigazione a impatto zero, “e per quei paesi che scelgono di usarlo”, l’energia nucleare. L’ambizione della totale decarbonizzazione industriale si prevede amplificarsi attraverso ulteriori azioni sugli appalti pubblici, sugli standard e sulle politiche industriali per stimolare la domanda di prodotti green e migliorare l’efficienza energetica e delle risorse nell’industria. Come per l’industria, il settore edilizio domestico punta a sistemi di riscaldamento da rinnovabili e alla riduzione della domanda di energia, modificando e completando piani di progettazione edilizia, con materiali sostenibili. Si annuncia il supporto all’ iniziativa SEAD (Super-Efficient Equipment and Appliance Deployment) di raddoppiare l’efficienza dei sistemi di illuminazione, raffreddamento, refrigerazione e motori venduti a livello globale entro il 2030. Per i trasporti, invece, la mobilità sostenibile è l’obiettivo di diversi progetti orientati alle tecnologie dei veicoli a zero emissioni (autobus, treni, navi e aviazione).  Nel settore agricolo, forestale e di uso del suolo, l’impegno è rivolto alla produzione sostenibile, la salvaguardia degli ecosistemi e la loro rigenerazione, nonché il sequestro del carbonio. Tali temi vengono poi proiettati alla COP26 Transition to Sustainable Agriculture Policy Dialogue e al Food Systems Summit di settembre alle Nazioni Unite.

Fortemente legato alla mitigazione degli impatti negativi sulla natura, segue l’attenzione alla salvaguardia della biodiversità, per la quale si rimanda alla CBD COP-15 a Kunming e alla COP26 per l’adozione del G7 2030 Nature Compact fondato su quattro punti chiave: la conservazione o la protezione di almeno il 30% del territorio globale e di almeno il 30% dell’oceano globale entro il 2030; la gestione e l’uso sostenibile delle risorse naturali, attraverso leve appropriate per affrontare le attività insostenibili e illegali che hanno un impatto negativo sulla natura e quindi sui mezzi di sussistenza; l’aumento degli investimenti nella protezione, conservazione e ripristino della natura, compreso l’impegno ad aumentare i finanziamenti per le soluzioni basate sulla natura fino al 2025; il rafforzamento della responsabilità e dei meccanismi di attuazione degli accordi ambientali multilaterali.

Tali ambizioni vengono contestualizzato in un piano di rilancio economico ad hoc congiuntamente a quello post pandemia, un connubio che si configura come la più grande opportunità economica del nostro tempo per aumentare il reddito, l’innovazione, i posti di lavoro, la produttività e la crescita, accelerando allo stesso tempo l’azione per la transizione ecologica e l’evoluzione energetica. In tal senso, tutte le fonti di finanziamento vengono allineati attraverso impegni e partnership bilaterali e multilaterali, soprattutto con quelle economie meno avvantaggiate affinché i miliardi stanziati siano strumento di politiche internazionali inclusive.

In vista dei prossimi appuntamenti, il G20 e la COP26, sorgono alcune considerazioni geopolitiche. Nell’occasione del G7, infatti, sono riemerse vecchie amicizie per l’Italia del Presidente Mario Draghi. Gli USA di Joe Biden hanno lasciato al passato i vari attriti tra il predecessore Trump e la comunità internazionale. Biden ha definito il vertice di Cornovaglia “straordinariamente collaborativo“, visione confermata anche dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Una collaborazione palese anche tra i vari leader europei e non solo, soprattutto sul fronte socioeconomico e nella competizione commerciale con la Cina, il cui peso è determinante anche per la decarbonizzazione.

Ecco allora che emerge la forte dimensione esterna, di politica estera comune, ma anche interna su diversi fronti, in primis la campagna vaccinale e la ripresa economica post Covid-19. Anche alla luce de Green Deal – progetto leader nella transizione energetica globale e fronte di cooperazione euroatlantica – si promuove con continuità il processo di integrazione dell’UE, teso al primario miglioramento in ambito sociale ed economico. Il Premier Draghi, inoltre, è stato riconosciuto ancora una volta centrale nella direzione economica in questo momento storico. Una delle sue priorità è stata quella di ricucire fortemente i rapporti con la Germania della cancelliera Merkel, mossa che sembra aver ridotto la storica scena alla Francia di Macron. Analogamente, l’Italia e l’Europa intera guardano il Mediterraneo con rinnovata ambizione per una cooperazione economica ed energetica (soprattutto in ottica green) e analogamente riconoscono l’Alleanza Atlantica imprescindibile per la politica di difesa comune, con il ritorno e il supporto determinante degli Stati Uniti.

Scenari che aprono numerose proiezioni al futuro. Risulta invece definita la centralità ritrovata dall’Italia in vista del G20 e della COP26 nell’arena globale e nei singoli tavoli regionali. La sua leadership sottolinea quanto il mondo debba cogliere il momento per attuare una politica più allineata tra le democrazie occidentali, combinata con un imminente stimolo fiscale per consegnare un ambizioso green recovery.

Gabriele G. Marchionna


Immagine tratta da Pixabay.com

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