Un’ora buia per l’Europa e la necessità di una risposta unita dell’Occidente

L’invasione russa dell’Ucraina è un colpo diretto alla pace e alla sicurezza del continente europeo. E riporta il ricordo direttamente agli anni più bui del Novecento

La decisione russa di invadere l’Ucraina rappresenta un salto nel passato di molti decenni, riportando la nostra memoria a fatti e tragedie che credevamo ormai superati. L’Europa si ritrova nuovamente colpita al cuore, con una guerra violenta e ingiustificata, determinata da un’aggressione ad un paese libero e sovrano. Un passaggio storico che non resterà, purtroppo, privo di conseguenze e che, come ricordato anche da numerosi esponenti dei governi e delle istituzioni europee, rappresenta una minaccia gravissima, la peggiore da molto tempo a questa parte, alla sicurezza euro-atlantica.

L’escalation bellica, emersa nel corso delle ultime settimane prima con l’aumento di truppe russe lungo i confini ucraini e poi, giunta al punto di non ritorno determinato dalla decisione di avviare l’invasione, interrompendo ogni ultimo tentativo di dialogo diplomatico, ha riportato la memoria europea agli anni bui del Novecento in cui il vecchio continente è stato più volte teatro di sanguinose guerre. In cui, le istituzioni democratiche sono state più volte messe sotto attacco o minacciate.

L’attacco all’Ucraina rappresenta infatti un attacco diretto alla democrazia, oltre che alla sicurezza, dell’Europa e dell’Occidente. Un salto verso il buio che non può essere ne sottovalutato ne accettato. Nel corso del Novecento l’Europa ha più volte conosciuto momenti drammatici, guerre violente o tragedie come l’olocausto ebraico, totalitarismi dispotici che hanno perseguitato ed oppresso milioni di persone. Anche dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l’inizio della guerra fredda, il Vecchio continente era stato la frontiera del confronto bipolare tra Occidente e paesi del blocco sovietico. Tra libertà e oppressione. Fino alla caduta del muro di Berlino e la dissoluzione del sistema comunista che ha portato un’estensione della democrazia e delle libertà politiche, economiche e civili anche a quei paesi un tempo soggiogati dal dispotismo comunista nell’Europa orientale.

Quegli stessi paesi, dalla Polonia alla Romania, dai baltici ai paesi balcanici, che hanno chiesto di entrare a far parte della comunità atlantica e anche dell’Unione Europea. Per loro iniziativa, per l’ambizione ad un futuro di pace, prosperità e libertà. Paesi che, nella loro storia, dal Baltico al Danubio, avevano conosciuto, e spesso pagato gravemente, la violenza e l’oppressione della tirannide. Non solo quella nazista e fascista tra gli anni trenta e quaranta del Novecento, ma anche quella rappresentata Budapest e Praga dai carri armati sovietici.

Terminata la guerra fredda l’Europa ha indubbiamente conosciuto anche altri momenti di crisi ed esplosione di violenza a partire dalle guerra balcaniche, concluse con l’intervento proprio della NATO. Oggi sia la NATO che l’UE garantiscono la sicurezza e il benessere dei paesi europei, anche di molti di quei paesi che nel corso del “secolo breve” erano stati prima sottomessi sia ai regimi fascisti, naziste e nazionalisti che poi di impronta comunista. Poi, in anni più recenti, le crisi più gravi, alle porte d’Europa, si erano verificate proprio lungo i confini più orientali del continente. E dal 2014, proprio alcune zone dell’Ucraina erano state oggetto e teatro di un’altra grave crisi rimasta irrisolta.

Ma più di ogni altro, questo attacco impressionante contro l’Ucraina, sembra riportare indietro le lancette dell’orologio della storia europea. Un’ora buia, drammatica, per il nostro continente come anche per il resto del mondo, che tutti i paesi democratici non possono sottovalutare. Oggi colpita è l’Ucraina, ma in futuro la minaccia di una simile aggressione potrebbe riguardare anche altri paesi o vedere altri protagonisti.

L’Alleanza Atlantica ha più volte ribadito nel corso anche delle ultime settimane e giorni, la propria fermezza e unità. Così come l’Unione Europea. Va detto, che più volte gli Stati Uniti e l’Alleanza Atlantica avevano avvisato il mondo del rischio di un attacco russo contro l’Ucraina. Un rischio che poi, drammaticamente, si è rivelato reale.

La guerra oggi sconvolge un paese amico. Un paese europeo. Colpisce un popolo libero. Produrrà conseguenze gravi a livello politico, economico, sociale. Con una nuova ondata di profughi in fuga dalla guerra, come non si ricordavano in Europa propria dagli anni più bui del Novecento.  Questa guerra determinerà una minaccia nuova, e forse inaspettata da molti, alla sicurezza comune dei paesi democratici di tutta l’area euro-atlantica come non se ne registravano da alcuni decenni. Abbiamo conosciuto la gravità della minaccia asimmetrica e terroristica, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, con Al Qaeda e ISIS poi. Una minaccia tutt’ora esistente e diffusa, da non sottovalutare. Ma forse mai come oggi, dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’Occidente e l’Europa avevano rivisto materializzarsi così concretamente una minaccia più tradizionale e convenzionale, incarnata da questo dispiegamento e impiego massiccio di forze armate sul campo per attuare una invasione in larga scala.

Un salto nel passato, che ora invece riporta ancora di più il tema della sicurezza comune e della difesa dell’Europa, e dei paesi democratici, al centro delle agende politiche di tutti i governi del continente. Con la necessità di rafforzare da un lato l’essenziale rapporto di cooperazione tra alleati atlantici, tra UE e NATO, e allo stesso tempo, con l’importanza, oggi ancora più palese, di proseguire rapidamente anche sulla strada della difesa comune europea che possa essere un altro pilastro per la nostra sicurezza comune. Al fianco della NATO e dei nostri alleati.

Siamo tutti chiamati in questa ora buia, in Italia, in Europa e nel mondo occidentale, ad abbandonare titubanze e incertezze e rimanere uniti, per respingere ogni minaccia alla nostra sicurezza e alla nostra preziosa democrazia.

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