Mediterraneo: sfide e opportunità

L’articolo di Enrico Casini e Andrea Manciulli per la rubrica di Airpress di marzo 2023

La guerra in Ucraina, e la successiva crisi energetica, hanno rilanciato l’importanza della regione del Mediterraneo allargato. Più che in passato, oggi i destini europei passano dagli equilibri, instabili, di questa complessa regione tornata sempre di più al centro delle contese geopolitiche e degli interessi di grandi e medie potenze. Il recente viaggio di Blinken in Medio Oriente, preceduto dalle missioni di altri autorevoli funzionari dell’amministrazione americana in alcuni paesi strategici, conferma quanto anche per gli USA sia importante mantenere ferma la propria presenza in questa fondamentale area del mondo.
Un’area in cui da tempo si concentrano molte delle principali sfide del nostro tempo, in un constante susseguirsi di fenomeni ed eventi che mettono in continua discussione la sua stabilità; mentre parallelamente sono in atto processi profondi di cambiamento, avviati soprattutto dopo il 2011, che stanno condizionando i rapporti di forza al suo interno tra i principali paesi che vi si trovano.
Le problematiche eccezionali che affliggono questa regione potranno condizionare sempre di più il suo futuro e di conseguenza il futuro dell’Europa. Ma mentre assistiamo al ritorno di potenze come la Russia e la Turchia, o all’aumento della presenza cinese nei paesi mediterranei e africani, i paesi europei stentano a trovare una comune visione per il Mediterraneo e talvolta, non hanno sempre avuto la capacità di incidere al suo interno con efficacia. La guerra in Ucraina spinge oggi ancora di più a cambiare rotta.
L’Italia da anni lavora per portare al centro del dibattito europeo e atlantico l’importanza del Mediterraneo allargato. Un impegno profuso con impegno in tutte le sedi deputate, a livello politico e diplomatico. In questa fase storica, con la gravità della crisi energetica e la guerra in corso, ma anche di fronte ai nuovi assetti geopolitici che vanno formandosi nel mondo, la necessità di stabilire forti relazioni con i paesi della Sponda sud, anche investendo nello sviluppo di nuove linee di approvvigionamento energetico attraverso il Mediterraneo, è una priorità urgente che finalmente anche in Europa sembra essere stata compresa. E l’Italia può essere, in questo contesto, un paese guida per l’Europa, in questa regione.
Anche le ultime iniziative intraprese dal Governo proseguono nella direzione di affermare un ruolo da protagonista dell’Italia nella regione. Verso aree o paesi che saranno fondamentali nei prossimi anni. Un lavoro necessario per il nostro paese, per i suoi interessi economici, culturali ed energetici, per rilanciare la nostra presenza verso i paesi del Vicino Oriente e dell’Africa, fino al Golfo, coi quali dobbiamo rafforzare relazioni bilaterali e multilaterali.
Per l’Italia il Mediterraneo è storicamente una priorità irrinunciabile. Quanto avvenuto nell’ultimo anno ha rilanciato ancora di più l’importanza di questa regione e la sua centralità strategica a livello globale. Ma non solo il tema energetico, per quanto importante, sarà in futuro al centro del confronto sui destini del Mediterraneo legati, indissolubilmente, a quelli europei. Dalle migrazioni ai cambiamenti climatici, dai conflitti alla logistica, attraverso il Mediterraneo passano alcune delle maggiori sfide che coinvolgeranno l’Europa, la sicurezza continentale e la NATO, nei prossimi anni. Una prospettiva di cui in Italia siamo ben consapevoli da tempo. Ma perché il ruolo dell’Italia, anche in sede europea, come player politico nella regione, possa diventare sempre più rilevante, avrà bisogno di essere sostenuto da uno sforzo unitario, di tutto il Sistema paese e delle sue istituzioni, fondato su una comune visione strategica e una capacità di azione pragmatica.

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