La missione Kfor e i Balcani occidentali al centro della presentazione dell’Osservatorio sul Mediterraneo della LUMSA

La missione KFOR della NATO, il ruolo dell’Italia nei Balcani e il processo di stabilizzazione dell’area balcanica, sono stati oggetto del convegno inaugurale dell’OSSMED-Osservatorio per la Stabilità e la Sicurezza del Mediterraneo allargato, della LUMSA, a Roma.

Due importanti anniversari, il 20esimo della fine della guerra nei Balcani e il 70esimo della nascita della NATO, sono stati al centro dei lavori ianugurali dell’Osservatorio per la Stabilità e la Sicurezza del Mediterraneo allargato, diretto da Matteo Bressan, promosso dall’Università LUMSA di Roma.

La conferenza di presentazione dell’Osservatorio intitolata “I Balcani occidentali al bivio. La NATO, KFOR e il ruolo dell’Italia” è stata occasione per un confronto sulle attività svolte e sul futuro della missione NATO KFOR – Kosovo Force, considerata la più lunga e di maggior successo nella storia della NATO.

L’evento è stato aperto con i saluti istituzionali del Rettore della LUMSA, prof. Francesco Bonini, e ha riunito relatori di primissimo piano, tra cui due ex comandanti della Missione, il Gen. Francesco Paolo Figliuolo e il Gen. Giovanni Fungo.

Matteo Bressan, curatore dell’omonimo libro edito dallo Stato Maggiore della Difesa e Direttore di OSSMED, ha anzitutto presentato l’Osservatorio, illustrandone le finalità e le attività didattiche che vedrà coinvolto l’Ateneo romano. Sarà, infatti, scopo principale dell’OSSMED creare un network di relazioni tra il mondo universitario e le istituzioni della Difesa. Come ha affermato il Direttore, la scena estera presenta una realtà di conflitti moderni che sono spesso di difficile lettura. Pertanto questo rapporto sinergico tra mondo accademico e istituzioni della Difesa, fondato sul rigore scientifico, risponde alla necessità di studiare i fenomeni per saperli interpretare, gestire e governare. Matteo Bressan ha poi proseguito nell’intervento, spiegando la ragione della costituzione di un Osservatorio universitario che ha come focus il Mediterraneo allargato. Un’area geografica che ha una sua specifica centralità geopolitica sullo scacchiere internazionale, fodamentale per l’Italia, ma anche per la proiezione esterna dell’Unione europea e della NATO.

In questa area un ruolo particolarmente significativo lo rivestono i Balcani occidentali, in virtù della loro posizione strategica di frontiera tra Est e Ovest, cerniera tra l’Europa e il fronte orientale e mediorientale. Zona centrale nevralgica per la sicurezza europea, teatro di macro-fenomeni come flussi migratori, radicalizzazione ed estremismo violento, traffici illeciti, l’area balcanica è, infatti, caratterizzata dalla presenza in loco di pericolosi network jihadisti e organizzazioni malavitose con ramificazioni e contatti anche fra Paesi europei, e non. Per questi motivi la regione è in costante monitoraggio da parte della comunità internazionale.

Oggi, però, i Balcani occidentali sono cambiati, non sono più quelli di vent’anni fa. La percezione della sicurezza, i trend economici, il dialogo inter-etnico fra le parti storicamente in conflitto, sono tutti elementi che, nel corso di questi anni, hanno visto un decisivo miglioramento. Lo hanno sottolineato nel corso del convegno i Generali Francesco Paolo Figliuolo e Giovanni Fungo, rispettivamente comandante Logistico e comandante per la Formazione, Specializzazione e Dottrina dell’Esercito Italiano.

Entrambi, in passato, comandanti della missione KFOR, hanno posto l’accento sul ruolo dell’Alleanza Atlantica nel processo di stabilizzazione della area balcanica post conflitto, che ne ha fatto un esempio di successo, tanto da essere considerata un case study anche per l’impiego di future missioni in altri teatri operativi. Il successo di KFOR è stato sicuramente il frutto dell’applicazione di un preciso metodo. Si tratta del “comprehensive approach”, un metodo sistemico, delineato e concettualizzato dall’Alleanza Atlantica che si basa sull’idea che la forza multinazionale debba interagire con tutte le componenti della realtà sociale. Dalle istituzioni governative alle Forze armate e di polizia, dai corpi sociali alla società civile in un dialogo costruttivo e inclusivo. Il maggiore sforzo, e anche il segreto del suo successo, che ha visto coinvolta la forza multinazionale della NATO è consistito proprio nel creare un punto di contatto con la realtà sociale balcanica, multietnica e multiculturale.

In questo contesto, il ruolo dell’Italia alla guida della missione, è certamente risultato di primaria rilevanza e decisivo anche per il suo successo.

Al termine della Conferenza sono state presentate le prossime iniziative dell’OSSMED, che anche Europa Atlantica, considerati i temi comuni trattati, seguirà con attenzione.

Emanuele Lorenzetti

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