Gli effetti attuali del Coronavirus sull’economia

Come sta influendo l’epidemia di Coronavirus sull’economia globale e su quella cinese. Una breve analisi

La crisi sanitaria cinese sta mettendo a dura prova l’intero sistema economico globale, causando un irrigidimento delle catene di approvvigionamento e un deprezzamento delle principali attività.

I dati finora disponibili parlano di un impatto economico del Coronavirus maggiore rispetto alla SARS del 2003 che comportò una perdita di produttività di circa 40 miliardi di dollari (-2% di crescita trimestrale). In particolare, quando la SARS colpì, l’economia cinese era in ripresa e rappresentava la sesta potenza mondiale (4% del PIL), mentre oggi segue solo gli Stati Uniti con il 17% del PIL mondiale, il che significa che l’impatto sull’economia potrebbe essere ben peggiore. Erano periodi diversi in cui l’economia cinese cresceva molto velocemente seppur con meno legami con l’economia globale. Wuhan, ad oggi, rappresenta una delle parti vitali della catena di approvvigionamento cinese nei settori automotive e della componentistica (molti dei componenti Apple, ad esempio, sono prodotti proprio nelle fabbriche di Wuhan).

I leader cinesi, sempre più preoccupati dal caso, hanno delineato un piano per iniettare 1,2 miliardi di yuan di nuovo credito nell’economia così da regolarizzare i mercati monetari.

La vittima per eccellenza è sicuramente il petrolio, da tempo in forte calo e il cui prezzo è ai minimi da maggio 2019 a New York e da novembre 2018 a Londra. Nel dettaglio, si rileva una flessione del 20%, circa 3 milioni di barili al giorno, rappresentando il maggiore shock della domanda di greggio registrata dalla crisi finanziaria del 2008-2009.

Tutto ciò avviene nel momento in cui l’OPEC si trova a fronteggiare un cospicuo calo della domanda dovuto dall’abbondante offerta di oro nero e del rallentamento della crescita globale. Una prospettiva non proprio rosea dato che la Cina rappresenta il secondo consumatore mondiale con 14 milioni di barili al giorno.

Allo stato attuale l’epidemia potrebbe aggravare l’economia cinese, tagliando potenzialmente la sua crescita del 2020 di decine di miliardi di dollari e riportando il PIL globale ai livelli del 2019, il peggiore mai registrato negli ultimi 30 anni. Goldman Sachs stima una crescita del 5,5% per l’anno in corso, dal 6,1% del 2019.

A risentire sarà anche il settore manifatturiero globale già in recessione nei paesi avanzati come Stati Uniti ed Europa.

Il mercato automobilistico cinese, ritenuto il più grande al mondo, si sta preparando ad un ulteriore calo delle vendite a causa della perdita di produzione. Le principali case automobilistiche hanno prorogato l’apertura degli impianti al 9-10 febbraio e diversi produttori giapponesi e occidentali hanno iniziato a rimpatriare i propri dipendenti, con una perdita stimata nel primo trimetre del 7% (350.000 veicoli in meno).

A farne le spese sarà anche l’industria del turismo, che nel mondo muove circa 130 miliardi di dollari l’anno, decimata mentre il governo mette in quarantena i principali centri abitati e che già dalle prime avvisaglie ha registrato un elevato numero di cancellazioni da e verso la Cina.

Difficile sarà, infatti, valutare con precisione le conseguenze di evento pandemico del genere. Tuttavia, i rischi esistono sempre e sono aumentati grazie alla globalizzazione e all’integrazione delle catene del valore. Proprio grazie a quest’ultime, i sistemi di produzione italiani e tedeschi sono fortemente integrati tra di loro, per cui una caduta di 2 punti percentuali del PIL della Cina potrebbe avere conseguenze rilevanti sull’area Euro, in particolare sulla Germania fortemente dipendente dall’economia cinese, nonché causare, in maniera indiretta, una perdita di mezzo punto percentuale sull’economia nostro paese. La chiusura dei principali snodi commerciali metterà a dura prova le aziende connesse all’industria cinese, sottolineando l’importanza di diversificare la propria catena globale del valore.

Infine, l’impatto economico dipenderà essenzialmente da tre variabili: quanto tempo la Cina impiegherà a tenere sotto controllo il virus, per quanto tempo la vita quotidiana sarà oggetto di restrizioni e soprattutto quanto sarà necessario affinché la popolazione riprenda a svolgere le attività che normalmente rendono l’economia cinese sempre più vivace.

Domenico Bevere

Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni di Europa Atlantica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *