Il 25 Aprile e la libertà riconquistata settantacinque anni fa

La Festa della Liberazione d’Italia e il suo 75°anniversario, nei giorni della pandemia. Le parole di Mattarella e il valore di una data simbolo.

Il 25 aprile è la data in cui in Italia si festeggia la liberazione del paese dal Nazifascismo. Una data importante nella nostra storia patria, che segna la meta raggiunta nel lungo e difficile percorso per il riscatto dopo i decenni della dittatura, l’invasione tedesca e gli anni tragici della guerra. Per questo è anche una data che assume il senso profondo di un simbolo irrinunciabile nella religione civile della Repubblica, al pari di altri simili, dal 2 giugno al 4 novembre, che in maniera diversa e per motivi diversi, incarnano i segni e la memoria dell’unità nazionale, della democrazia e del riscatto conquistati con il sacrificio e il coraggio.

Sono trascorsi settantacinque anni dal 25 Aprile del 1945. Per dare un segno preciso al valore e al significato profondo di questa ricorrenza, anche in questo momento storico, non c’è modo migliore che usare alcune delle parole spese dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di celebrazione di questa giornata rivolto al paese. “In questo giorno richiamiamo con determinazione questi valori. Fare memoria della Resistenza, della lotta di Liberazione, di quelle pagine decisive della nostra storia, dei coraggiosi che vi ebbero parte, resistendo all’oppressione, rischiando per la libertà di tutti, significa ribadire i valori di libertà, giustizia e coesione sociale, che ne furono alla base, sentendoci uniti intorno al Tricolore.” Fu anche grazie al 25 Aprile, ai sacrifici della guerra e della resistenza, del riscatto contro l’oppressione e del desiderio di chiudere la pagina buia del regime che con la Liberazione del paese, come dice Mattarella “Nasceva allora una nuova Italia e il nostro popolo, a partire da una condizione di grande sofferenza, unito intorno a valori morali e civili di portata universale, ha saputo costruire il proprio futuro.”

Per la Repubblica italiana il 25 Aprile è un grande simbolo di riscatto e di libertà riconquistata al termine di due anni di guerra e di combattimenti lunga gran parte della penisola, nei territori occupati dalle truppe tedesche e da quello che restava del regime fascista e degli uomini ad esso fedeli rimasti al fianco di Mussolini nella Repubblica Sociale.

Una libertà che ebbe un prezzo elevatissimo, costato migliaia di vittime civili, durante gli anni della guerra e dell’occupazione, morti per le conseguenze della guerra e dell’occupazione, tra bombe, miseria, rappresaglie, e anche il sacrificio di migliaia di combattenti, i partigiani in gran parte, ma anche i militari italiani impegnati nel corpo dell’esercito cobelligerante. Lo sforzo dei partigiani e delle loro milizie, in cui trovarono comune causa uomini e donne di orientamenti politici diversi, dai comunisti ai monarchici, dai repubblicani ai democristiani ai liberali, fu rilevante, insieme anche ai militari italiani che parteciparono alla ricostituzione dell’esercito. Ma è sempre giusto ricordare soprattutto quanto il contributo degli Alleati, sia stato fondamentale, a partire dallo sbarco in Sicilia e poi a Salerno, per mettere prima in crisi il regime fascista, a partire dal luglio del ’43 e poi a liberare città per città tutto il territorio nazionale dal giogo nazi-fascista. Più i 120.000 caduti (fra morti in battaglia, dispersi e feriti in seguito deceduti) di cui oggi rimangono a ricordo anche numerosi monumenti e cimiteri monumentali, in tutta la penisola a ricordo del loro sacrificio. La guerra costrinse tutto il nostro paese, non solo nel periodo della liberazione, ad un prezzo altissimo di vittime, sia militari che civili. Come del resto tutta l’Europa dovette pagare, dopo 5 anni di guerra e di occupazione nazista in molte sue parti. Nella primavera del ’45 però, in poche settimane, l’Europa fu liberata, a circa un anno dall’inizio degli sbarchi Alleati in Normandia e quasi due anni dopo quelli in Italia. E l’Europa tutta, come l’Italia, deve moltissimo, di questa sua libertà ritrovata e riconquistata, a coloro che combatterono e resistettero all’oppressione, alle persecuzioni, alle dittature e alle truppe alleate. Senza la guerra di liberazione di tutta l’Europa non vi sarebbe stato il riscatto successivo. La democrazia e la libertà sono state conquistate in mesi di lotta e di sacrificio. E ciò che è venuto dopo il 1945, comprese l’Unione Europea di oggi e la NATO, sono state il frutto di quelle vittorie nella primavera del 1945.

Oggi, a settantacinque anni di distanza questa ricorrenza simbolica cade nel mezzo di una nuova crisi internazionale, che coinvolge moltissimo l’Italia e tutta l’Europa, la Pandemia di Covid-19. Un momento critico per il nostro paese, sul piano economico, sociale e sanitario, in cui molti nostri connazionali sono purtroppo morti o sono ancora ricoverati negli ospedali, che da settimane ci vede coinvolti tutti e che ha imposto alle nostre abitudini quotidiane e alle nostre vite cambiamenti radicali. La speranza, nel ricordo di chi si è sacrificato settantacinque anni fa per raggiungere la vittoria e la libertà, e di coloro che invece hanno pagato il prezzo più alto lottando contro l’epidemia, è che questa giornata possa rappresentare anche per noi, presto, come lo fu nel 1945, un nuovo inizio.

E per questo augurio, legato anche al particolare momento che stiamo vivendo, non ci sono parole migliori da usare, se non proprio ancora quelle del Presidente Mattarella in chiusura del suo intervento:  “Cari concittadini, la nostra peculiarità nel saper superare le avversità deve accompagnarci anche oggi, nella dura prova di una malattia che ha spezzato tante vite. Per dedicarci al recupero di una piena sicurezza per la salute e a una azione di rilancio e di rinnovata capacità di progettazione economica e sociale. A questa impresa siamo chiamati tutti, istituzioni e cittadini, forze politiche, forze sociali ed economiche, professionisti, intellettuali, operatori di ogni settore. Insieme possiamo farcela e lo stiamo dimostrando. Viva l’Italia! Viva la Liberazione! Viva la Repubblica!”

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