NATO: l’Italia impegnata nella missione di Air Policing sul Baltico

Al via la missione italiana di Air Policing NATO in Estonia con lo schieramento degli F-35 dell’Aeronautica militare

Lo scorso 3 maggio, si è svolta la cerimonia di hand over-take over presso la base aerea di Ämari, in Estonia, a pochi chilometri da Tallin, per il passaggio di consegne per la guida dell’operazione NATO di Enhanced Air Policing nel Paese baltico tra la German Air Force, presente in precedenza nella base, e l’Aeronautica Militare italiana.

La missione Baltic Eagle II vedrà impegnati quattro caccia F-35A del 32° Stormo di Amendola ed una task force di circa 130 militari, tra piloti, tecnici e specialisti. Si tratta di una nuova missione a cui l’Italia contribuisce, nel quadro delle operazioni di Air Policing dell’Alleanza Atlantica, volte a garantire protezione e sicurezza ai cieli dei paesi alleati, e nello specifico dei paesi baltici.

Dal gennaio 2018, con l’operazione “Baltic Eagle”, l’Aeronautica Militare italiana aveva contribuito alla difesa aerea estone nell’ambito della missione NATO. Infatti a partire dal 2004, con l’ingresso nell’Alleanza Atlantica dei Paesi Baltici e della Bulgaria, gli spazi aerei di questi paesi sono divenuti parte integrante dello spazio alleato e inclusi nel sistema di difesa aerea e missilistico della NATO, di cui fa parte anche tutto il sistema di attività di Air Policing. Questa nello specifico è finalizzata a preservare l’integrità dello spazio aereo, infatti sempre dal 2004 è attiva la Baltic Air Policing (BAP), che garantisce la protezione e la sicurezza dello spazio aereo delle Repubbliche baltiche: Estonia, Lituania e Lettonia.

L’Italia al momento è l’unico paese ad aver preso parte a tutte le operazioni di Air Policing della NATO, e dal 2015 è presente nelle operazioni sul Baltico, tanto che la prima missione in Estonia, con velivoli Eurofighter risale al 2018. Ma l’Aeronautica Militare ha contribuito con diversi rischieramenti anche a missioni simili in Islanda, in Romania e in Lituania, dove da settembre 2020 fino a pochi giorni fa sono stati impegnati gli Eurofighter italiani. Tutti paesi strategici anche per la loro vicinanza con il confine orientale dell’Alleanza. La necessità di questo tipologia di missioni deriva anche dal fatto che non tutti i membri dell’Alleanza dispongono di assetti in grado di garantire appieno la propria sicurezza e difesa aerea secondo gli standard richiesti dalla NATO. Per far fronte a questo genere di difficoltà e sostenere questi paesi alleati, altri Paesi membri – permanentemente o a turno – si fanno carico di integrarne le capacità di difesa. È quanto svolge, ad esempio, la nostra Aeronautica Militare nei confronti della Slovenia (permanentemente) e dell’Albania (in turnazione con la Grecia). Tra l’altro la NATO, a partire dal vertice del Galles del 2014, ha anche stabilito di voler potenziare questo genere di attività, soprattutto a favore dei Paesi membri del fianco est.

Per quanto riguarda la nuova missione iniziata pochi giorni fa, si tratta della prima volta in cui i nuovi caccia di 5ª generazione F-35 vengono impiegati a protezione dei cieli dei paesi baltici e del fronte orientale dell’Alleanza. Dopo l’impiego dello stesso modello di aeri in Islanda, si tratta di un nuovo primato raggiunto dalla Aeronautica Militare. Dal  6 maggio la Task Force Air Estonia “Baltic Eagleha raggiunto la piena capacità operativa, ovvero la Full Operational Capability. La missione in Estonia continuerà per i prossimi sette mesi, anche con l’obiettivo di condurre attività addestrative congiunte sia con le Forze Armate estoni sia con i partners NATO presenti nella regione.

Immagine tratta dal sito Difesa.it

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