La NATO rilancia un nuovo piano per rafforzare l’Alleanza

Il 21 e il 22 ottobre i Ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica si sono incontrati a Bruxelles per discutere gli obiettivi di un’agenda impegnativa che culminerà con il vertice di Madrid del 2022. L’Italia, rappresentata dal Ministro Guerini, si mantiene tra i paesi protagonisti nell’Alleanza impegnati nel rilanciare anche la cooperazione tra NATO e UE

I Ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica si sono incontrati a Bruxelles per discutere alcuni argomenti e obiettivi di un’agenda impegnativa che preclude il vertice di Madrid dell’anno prossimo, in cui si svilupperà il nuovo Concetto strategico della NATO.

La linea da seguire, ad ogni modo, è già stata concretamente definita durante la ministeriale. Infatti è stato approvato a tutti gli effetti un nuovo piano generale per difendere l’Alleanza, il NATO defence planning process. Questo si sostanzierà in nuovi piani di difesa e deterrenza che si declineranno in significativi miglioramenti alle difese aeree e missilistiche, nell’utilizzo di jet di quinta generazione che rafforzeranno le capacità convenzionali, nell’adattamento delle esercitazioni e dell’uso dell’intelligence e nel miglioramento dell’efficacia del deterrente nucleare. Sempre nell’ottica di mantenere “gli sforzi di promozione del controllo degli armamenti, del disarmo e della non proliferazione”.

Ha avuto grande rilevanza nella discussione l’istituzione dell’Innovation Fund, il Fondo di innovazione delle tecnologie di difesa, che sosterrà gli innovatori e lavorerà su tecnologie emergenti e dirompenti, nell’ormai ben noto contesto di nuove minacce al mondo e alla sicurezza degli alleati.      
Ad aderire, per ora, sono stati Italia, Belgio, Estonia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Ungheria; assenti, quindi, Francia, Spagna, Stati Uniti e Canada.  
Il Fondo può rappresentare un passo fondamentale per mantenere il vantaggio tecnologico della NATO, consistendo in una serie di investimenti per 1 miliardo di euro in 15 anni destinati a tecnologie dual use di applicazione potenziale alla difesa e alla sicurezza. Questo si inserisce a pieno accanto all’obiettivo posto dal “Defence innovation accelerator for the North Atlantic – DIANA” – già approvato nel vertice di giugno – un hub civile e militare che incentiverà la cooperazione transatlantica sulle selezionate tecnologie emergenti e dirompenti (artificial intelligence; quantum-enabled technologies; big data processing; hypersonics; biotechnology; space and autonomy) e che creerà una rete di sovvenzioni per l’innovazione nell’intero settore privato.

La volontà dell’Alleanza di accrescere la propria competenza nell’ambito tecnologico risulta anche dall’attenzione data all’accordo sulla prima strategia dedicata all’intelligenza artificiale, ormai considerata pienamente in grado di rivoluzionare i futuri conflitti militari.         
A tal proposito, la NATO ha diffuso un Summary nel quale sono stati stabiliti degli standard per un uso responsabile dell’intelligenza artificiale,  in conformità con il diritto internazionale e i valori dell’Alleanza stessa, ossia gli impegni etici, legali e politici nel rispetto dei quali la NATO ha sempre operato, definibili attraverso i principi di legalità, responsabilità, tracciabilità, affidabilità, governabilità e attenuazione dei bias involontari.

A margine della ministeriale, i Ministri dell’UE si sono riuniti con l’Alto Rappresentante Josep Borrell, per parlare di alcuni obiettivi ed interessi comuni. Durante il confronto, tra il punto di vista francese, rivolto ad un’autonomia strategica da NATO e USA, e quello dei Paesi dell’Est, che si affidano all’Alleanza come unica possibilità di difesa rispetto alla minaccia russa, si è affermato quello promosso anche dal Ministro Lorenzo Guerini: non può esistere una Difesa europea che non sia in sinergia con la NATO.

Per far sì che l’Unione possa competere al meglio sulla scena mondiale acquisendo una maggiore autonomia strategica, dunque, non ci si può affrancare dalla cooperazione UE-NATO. Linea condivisa dallo stesso Stoltenberg che, rivolgendo un apprezzamento nei confronti dei maggiori sforzi compiuti dall’Unione in materia di difesa, ha ribadito l’importanza della collaborazione tra le due organizzazioni e dell’integrazione dei reciproci percorsi. Questa comunione d’intenti, in ogni caso, troverà una pubblica espressione nella nuova dichiarazione congiunta NATO-UE, prevista per la fine del 2021.

I Ministri della Difesa si sono consultati, poi, nel Nuclear Planning Group, il gruppo di pianificazione nucleare, in un dialogo utile quanto necessario affinché la NATO rimanga un’alleanza nucleare credibile fino a quando esisteranno le armi nucleari, al fine di stabilire una strategia per preservare la pace, prevenire la coercizione e scoraggiare la violenza.

Ha avuto, inoltre, particolare rilievo negli scorsi giorni l’incontro voluto da Lloyd Austin tra i rappresentati dei Paesi facenti parte della coalizione globale anti-Isis, nel quale è stata riaffermata l’esigenza di contrastare le reti globali dell’Isis in Afghanistan e in Africa, priorità espressa altresì dal Ministro Guerini, che ha sottolineato l’impegno militare italiano nelle zone del Sahel, del Corno d’Africa e nel Golfo di Guinea.             
L’Afghanistan rimane un delicato argomento di attenzione anche all’interno dell’Alleanza Atlantica, come dimostra l’ampio spazio riservatole nella ministeriale, durante la quale si è discusso di come preservare le minime conquiste raggiunte e assicurare che l’Afghanistan non diventi nuovamente un rifugio sicuro per i terroristi, monitorando le promesse fatte dai talebani sul terrorismo e sul rispetto dei diritti umani, e contribuendo, grazie all’aiuto dei Paesi alleati, alla realizzazione degli impegni volti al reinsediamento degli afghani evacuati dai loro territori.

L’Europa e il Nord America devono quindi rimanere necessariamente uniti per affrontare la crisi afghana, ogni lotta contro il terrorismo internazionale e tutte le altre crescenti sfide globali che minacciano il futuro dell’Alleanza e del mondo intero. Per quanto riguarda il ruolo dell’Italia, anche in questa occasione, si è resa evidente l’importanza rivestita dal nostro paese nel contribuire al confronto strategico interno all’Alleanza. L’Italia è uno dei paesi più impegnati a livello internazionale al fianco della NATO e la linea euro-atlantista del paese è stata anche in questi ultimi mesi rafforzata, in coerenza con la nostra storia, dall’impegno del Governo.


Fonte immagine Nato.int

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