Il futuro del confronto USA- Cina. Il libro di Niccolò Petrelli

Pubblichiamo la prefazione di Enrico Casini ed Andrea Manciulli scritta per il libro di Niccolò Petrelli, “La grande strategia e il futuro della competizione USA-Cina” pubblicato da START Insight in collaborazione con Europa Atlantica

Dalla fine della Guerra Fredda a oggi il sistema politico internazionale sta vivendo una fase di profondo cambiamento, all’interno della quale una serie di eventi hanno contribuito ad accelerare questo complesso processo di trasformazione. Questa fase, ovviamente, interessa contemporaneamente più aspetti e più dimensioni della vita e della società, dalla politica all’economia alla cultura ed è probabile che con gli eventi dell’ultimo anno e mezzo, dopo lo scoppio della pandemia da Covid-19, possa subire una nuova svolta. Nel mentre si consumavano questi eventi, in questo periodo di tempo, si sono anche affermati due processi di portata globale, avviati già da tempo e collegati tra loro: la globalizzazione economica e l’esplosione della rivoluzione tecnologica e digitale, che hanno inciso fortemente in tutto il mondo rendendo le economie dei singoli paesi sempre più interconnesse e interdipendenti, accorciando distanze e riducendo spazi e tempi, trasformando i processi produttivi e le reti commerciali, ma anche i sistemi normativi, politici, la comunicazione, e la stessa sfera della sicurezza.

Ecco, in questo quadro generale, sinteticamente tratteggiato in modo forse troppo rapido, va inserita l’ascesa della Cina come nuova potenza globale.  Un’ascesa le cui basi furono gettate proprio tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta, mentre il mondo era concentrato sul confronto bipolare tra USA e URSS, durante la leadership di Deng e che poi, nel tempo del potere unipolare americano, ha potuto continuare a crescere fino a esplodere letteralmente tra la fine degli anni novanta del novecento e i primi anni duemila,( anche grazie all’ingresso della stessa Cina del WTO, altro evento troppo spesso poco ricordato tra i più rilevanti degli ultimi 30 anni).

Oggi, gli equilibri globali, soprattutto economici, stanno cambiando e oltre alla Cina, altri paesi e altre nuove potenze soprattutto a livello regionale, stanno crescendo ed emergendo, imponendosi sempre di più sul piano mondiale. Basti ricordare l’India, ma anche quanto i paesi di tutta l’area indo-pacifica pesino ormai sugli equilibri economici globali, dal Giappone all’Indonesia, al Vietnam, alla Corea del Sud, solo per citarne alcuni.  Ma tra tutti questi paesi, compresa anche la Russia che rappresenta però un tema a parte,  la Cina è indubbiamente la potenza più in ascesa, e più direttamente interessata ad affermare un proprio ruolo globale da attore di primo piano, come giustamente Niccolò Petrelli ricorda nella prima parte di questo testo.

Alla luce di quanto oggi possiamo constatare,  l’ascesa economica, politica e militare cinese ha rappresentato probabilmente uno degli eventi più rilevanti a livello strategico avvenuti nel mondo negli ultimi anni. E data la sua portata, sembra essere al momento destinato a incidere notevolmente sugli equilibri geopolitici ed economici dei prossimi anni, soprattutto nel confronto con le altre grandi potenze mondiali. Non a caso, il confronto che si è aperto tra Stati Uniti e Cina, che in questi anni recenti ha scomodato numerosissimi e autorevoli analisti e studiosi ad azzardare previsioni, ipotesi, scenari differenti, è oggi uno dei temi più rilevanti sul piano politico e strategico a livello internazionale. Si tratta di un confronto che ha assunto tratti sempre più competitivi nel tempo, che non solo ha scomodato paragoni con la Guerra fredda, ma ha anche spinto a ipotizzare nuovi possibili conflitti per l’egemonia e la leadership mondiali. Certamente per quanto diverso dalla Guerra Fredda tra USA e URSS, questo confronto ha innescato recentemente, in molti settori dai commerci allo spazio alla ricerca sule nuove tecnologie all’industria una notevole corsa competitiva e numerosi attriti.

Forse una delle immagini che ha avuto più successo per descrivere il confronto tra USA e Cina, è stata la ormai celebre “Trappola di Tucidide” ideata dal politologo americano Graham Allison nel suo celebre libro intitolato Destined for war[1]. Al di là delle critiche e delle diverse opinioni sul tema, e su questo genere di immagine, è evidente che la competizione tra la superpotenza americana, unica ancora oggi ad avere un effettiva proiezione globale e ancora a nostro avviso ben lontana dal “declino” da taluni paventato, e quella emergente cinese, è un tema che continuerà a condizionare il confronto geopolitico globale, probabilmente sempre di più anche nei prossimi anni. A prescindere dalle diverse iniziative messe in campo dalle amministrazioni americane nel corso degli anni, a dimostrazione dell’importanza del tema, si può notare come esista una sostanziale linea di continuità che da Obama, attraverso Trump, porta fino oggi a Biden passando attraverso vari atti e documenti strategici nazionali, che ne hanno fatto la priorità numero uno dell’agenda diplomatica, politica, strategica e internazionale del paese.

Non è questa la sede per ripercorrere i complessi rapporti tra Stati Uniti e Repubblica Popolare Cinese a partire dalla sua fondazione nel 1949, passando per i diversi eventi in cui questi due giganti della politica mondiale si sono trovati di fronte. Ciò che interessa di più,  e che è il cuore del lavoro di analisi che Niccolò Petrelli ci propone in questo libro, riguarda proprio la nuova competizione che si è aperta, soprattutto dall’inizio del terzo millennio, e il modo in cui essa potrà svilupparsi, anche rispetto alle scelte e alle decisioni che gli americani, e i loro alleati, potrebbero prendere. Proprio la competizione tra Cina e Stati Uniti e quali dovrebbero essere le misure da mettere in campo da parte statunitense per fronteggiare l’ascesa cinese, è il cuore di un documento, il cui autore ha preferito restare anonimo, pubblicato alcuni mesi fa dall’Atlantic Council, che prendendo a riferimento, nel suo titolo, il famoso Long telegram firmato da George Kennan nel 1946, si intitola “The Longer Telegram: Toward a New American China Strategy”[2]. Questo testo ha prodotto un ampio dibattito, anche perchè ambiziosamente si propone di mettere in campo alcune proposte per costruire una strategia americana nel confronto con la Cina, ed è stato l’oggetto principale, dell’analisi comparata fatta da Niccolò Petrelli in questo suo lavoro. Partendo da un confronto con altri importanti documenti strategici americani, risalenti agli anni della competizione con l’Unione Sovietica e la Guerra Fredda, ma dedicato tutto al nuovo confronto con la potenza cinese e ai suoi effetti sulla politica internazionale.

Considerata da molti analisti occidentali una minaccia sistemica o una potenza revisionista, la Repubblica Popolare Cinese, soprattutto con l’ascesa alla sua guida di Xi Jinping, ha assunto un ruolo e una postura internazionale sempre più attiva, investendo notevolmente non solo sul piano politico ed economico, ma anche a livello diplomatico, militare e tecnologico, per affermarsi come potenza leader in alcuni settori strategici per il futuro, a partire dalle nuove tecnologie, ma anche per accrescere la propria influenza internazionale. Il tutto seguendo proprie direttrici strategiche, potenzialmente in competizione con quelle dei paesi occidentali e soprattutto degli USA. Dal punto di vista cinese però, quella che noi chiamiamo “ascesa” sembra di più essere vista invece come una sorta di “ritorno” della Cina al posto che storicamente le spetterebbe, visto il peso e la longevità della sua millenaria storia, tra le grandi potenze del mondo e della regione asiatica. Del resto lo stesso progetto faraonico della “nuova via della seta” può apparire come un evidente richiamo al passato glorioso dell’impero cinese, quando la Cina non solo dominava gran parte dell’Asia, ma era anche una potenza economica e commerciale unificata da secoli, che attraverso la Via della Seta comunicava e commerciava con l’Occidente europeo fin dai tempi degli imperi romani. Anzi, può essere utile ricordare che fu proprio la crisi della via della seta, nella fase terminale del medioevo europeo, a spingere alcuni paesi a investire sulla ricerca di nuove tratte commerciali oceaniche, sia verso ovest che cincumnavigando l’Africa, proprio con l’obiettivo di raggiungere i ricchi regni asiatici, in Cina, India, Giappone. Il caso, o il destino, vollero che dalla ricerca di queste nuove tratte prendesse avvio l’epoca delle esplorazioni oceaniche, la scoperta delle Americhe e l’inizio dell’epoca di maggiore potenza e influenza globale dell’Occidente nel mondo.

Analizzare e cercare di entrare nel profondo, anche sul piano teorico, del confronto odierno tra le due potenze del presente e del futuro è certamente un’opera che può risultare utile non solo per gli addetti ai lavori o gli specialisti della materia, ma anche per settori del mondo politico, economico, diplomatico che comunque dovranno trovarsi sempre di più nei prossimi anni, a fare i conti con la realtà che questo confronto determinerà. Un confronto che appare comunque molto complesso, e meno netto, di quanto non fosse stato quello della Guerra Fredda, ma potrebbe comunque portare la formazione di nuovi schieramenti internazionali, i cui confini, però potrebbero essere meno netti del previsto.

Per questi motivi il lavoro che Niccolò Petrelli ha fatto, primo in Italia a tentare di analizzare con un ampio bagaglio di strumenti metodologici adeguati questo tema, partendo dallo spunto fornito dal recente documento pubblicato dall’Atlantic Council, va considerato come prezioso e utile. Un tentativo interessante che era giusto promuovere e sostenere, non solo perchè si tratta di un’iniziativa coraggiosa  e meritevole, ma soprattutto perchè di indubbio valore scientifico.

Lungi da noi voler anticipare troppi elementi del testo in questa breve presentazione, che il lettore avrà modo di raccogliere da solo, ma ci sembra giusto segnalare tre aspetti per cui questo testo è oggettivamente utile e ben fatto.

In primo luogo questo libro, diversamente da altri contributi recenti sull’argomento, analizza la questione della competizione tra USA e Cina dal punto di vista della strategia. Si tratta di una scelta che non è molto comune e che proprio per questi motivi, lo rendo particolarmente interessante.

In secondo luogo il testo sviluppa un modello di analisi innovativo basato su una sintesi di componenti estremamente diverse della teoria strategica, combinando nozioni derivate dai classici con elementi emersi in ambiti di studio recentissimi, come ad esempio quelli emersi nel cyberspace. Un’altra scelta importante,  che rende il testo particolarmente interessante, ma non per questo inadatto ad un pubblico ampio. Anzi. Resta testo destinato non solo agli addetti ai lavori, ma anche per tutti gli interessati potenziali del tema.

Infine, terzo ed ultimo elemento interessante è il fatto che l’analisi comparata che il libro fa del Longer Telegram pubblicato dall’Atlantic Council evidenzia caratteristiche chiave e continuità nella strategia USA che per gli alleati della NATO potrebbe essere particolarmente importante cogliere, in quanto potrebbero influenzare sia  le possibili richieste USA agli alleati che le stesse scelte degli americani in diversi quadranti geostrategici del mondo.

Si tratta di tre elementi non banali, ma anzi, a partire dal terzo, particolarmente importanti anche per noi europei, che non potremo assistere passivi, nei prossimi anni, al confronto tra Cina e USA. Proprio da questo punto di vista, come recentemente dimostrato anche dal dibattito apertosi all’interno della NATO circa la definizione dei nuovi obiettivi strategici dell’Alleanza per il futuro, o dalla complessità di reazione che il tema delle relazioni con la Cina produce anche a livello europeo, il fatto stesso che il tema “Cina” sia entrato nel confronto interno dell’Alleanza Atlantica dimostra quanto ormai questi temi siano centrali nel dibattito strategico e politico internazionale. E quanto sempre di più coinvolgeranno tutto l’Occidente e le istituzioni politiche e democratiche.

Al di là degli effetti e delle conseguenze geopolitiche ed economiche della crisi pandemica, che potrebbero contribuire a plasmare tratti significativi del futuro prossimo venturo, il confronto tra i due giganti del nostro tempo è una questione da cui nessuno, ormai, nel mondo può sentirsi estraneo. Per noi occidentali tra l’altro, potrebbe comportare presto, sempre di più, anche una scelta di campo. Ma oltre le proprie convinzioni personali o le questioni più politiche, restando su un piano meramente strategico, è evidente comunque che cercare di comprenderlo, in un paese come l’Italia dove ancora si sconta un certo ritardo nell’affermazione di una effettiva cultura strategica in molti settori, può essere davvero importante.

Andrea Manciulli è Presidente di Europa Atlantica

Enrico Casini è Direttore d Europa Atlantica


[1] G. Allison, Destined for war. Can America and China escape Thucydides’s trap?, Scribe, London, 2017

[2] Anonymous, The Longer Telegram: Toward a new American China Strategy; The Atlantic Council, Washington, 2021

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