L’importanza della sfida della Difesa Europea

Il bilancio dell’Unione Europea si sta avviando verso un epocale cambio di passo nei confronti della Difesa Comune che implica un radicale slittamento di approccio nel finanziamento delle attività e dei progetti comuni legati al settore.

Se infatti sino ad oggi, la difesa europea è stata finanziata attraverso componenti di programmi esistenti (si pensi ad esempio a H2020) o mediante progetti pilota ed azioni preparatorie1, ora, la Commissione ha posto le basi per inserire un programma europeo di difesa come parte del prossimo quadro finanziario pluriennale dell’UE (2021-2027)2.

Quello che muta, oltre alla dotazione finanziaria, è l’impostazione dello strumento finanziario per la difesa che assume una dignità di “Programma” con tutte le ricadute in termini di policy industriale e strategica, impatto, usabilità e proiettabilità dello strumento militare europeo.

Questo cambio di prospettiva eleva la difesa a settore strategico per l’Unione; una non più rinviabile sfida che combatte per la sua affermazione sin dal secondo dopo guerra e che nel periodo di bilancio ‘21-’27, affiancherà i grandi programmi europei sulla politica e lo sviluppo regionale, sulla ricerca, sulla formazione, sull’ambiente3.

Questo percorso, segnato da tappe tortuose, non banali né scontate, è passato dalla creazione dell’ormai noto Fondo Europeo di Difesa, che ha aiutato la Commissione a creare la “scatola” per alloggiare i primi 90 milioni di euro per l’azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa (PADR), alla ridefinizione delle attività dell’Agenzia Europea per la Difesa (AED), in seguito al mandato di un accordo di delega tra la Commissione e l’AED. Con questo accordo la Commissione affida a EDA la gestione esecutiva e l’attuazione dei progetti da avviare all’interno del PADR.

Figura 1

Questo passaggio, che può sembrare meramente procedurale, ha creato l’infrastruttura necessaria per pensare ad un vero e proprio programma per la Difesa Europeo, così come accade, ad esempio, per il Programma Erasmus+, uno degli storici baluardi dei finanziamenti EU (settore istruzione e formazione), gestito da EACEA (Education, Culture and Audiovisual Executive Agency), in qualità di Agenzia Esecutiva.

Sino ad oggi, il budget per le azioni correlate al PADR è suddiviso in tre anni come segue:

  • 25 milioni di euro nel 2017 (già impegnati, primi partiti);

  • 40 M € nel 2018 (approvato e inviti a presentare proposte chiusi);

  • 25 milioni di euro nel 2019 (da confermare e approvare).

L’azione preparatoria sulla ricerca in materia di difesa è stato ed è un passo concreto volto a valutare e dimostrare il valore aggiunto della ricerca e della tecnologia di difesa sostenute dall’UE. Parliamo quindi di un EU added value, sostenuto dall’Unione che si genera, grazie alla forte integrazione degli stati membri nel comparto della difesa.

Figura 2: fonte Commissione Europea

Tale percorso trova riscontro anche su tre principali centri di attività:

  • attuazione delle priorità indicata dalla nuova Strategia globale, in particolare attraverso il piano di attuazione per la sicurezza e difesa, presentato dall’Alto Rappresentante il 14 novembre 2016;

  • il piano di azione per la difesa europea (European Defence Action Plan – EDAP), incentrato particolarmente sugli aspetti industriali della politica per la difesa europea;

  • l’attuazione della dichiarazione congiunta UE-NATO sul rafforzamento della cooperazione in materia di sicurezza e difesa, adottata a margine del Vertice NATO che si è svolto l’8 e 9 luglio 2016 a Varsavia.

Di questi, è importante centrare il fuoco sul piano d’azione per la difesa europea (European Defense Action Plan – EDAP) che si articola su tre assi principali: l’istituzione di un fondo europeo per la difesa; la promozione di investimenti nelle catene di approvvigionamento della difesa; il rafforzamento del mercato unico della difesa.

Figura 3

La Commissione propone una dotazione di bilancio di 13 mld di Euro per il settennato 2021-2027, di cui 8,9 miliardi di euro per le azioni di sviluppo e 4,1 miliardi di euro per le azioni di ricerca.4

È evidente però che l’Unione stia imboccando una strada nuova, che pone al centro una razionalizzazione delle spese militari ed il raggiungimento di risultati europei nel settore militare, sia dal punto di vista industriale (in tale ambito si aprono quindi spazi di collaborazione sostanziali per tutte quelle aziende in grado di fornire Tecnologia, Know How, innovazione, anche Dual Use) sia dal punto di vista strategico (Il programma sarà un continuo dialogo tra lo scenario da un lato, le esigenze di sviluppo e di utilizzo dello strumento militare dall’altro) sia, infine, operative con un auspicabile sempre maggiore sviluppo di una interoperabilità delle forze armate degli Stati Membri, in grado di abbattere inefficienti duplicazioni, o peggio, moltiplicazioni, acquisendo, al contempo una crescente autonomia del comune asset della difesa EU.5

Antonello Fiorucci è consulente in attività di euro-progettazione e formazione sulle politiche europee. Laureato in scienze internazionali e diplomatiche presso l’Università di Bologna, sede di Forlì, ha conseguito un Master presso la SIOI di Roma in studi diplomatici.

 

1 Azione preparatoria in materia sulla ricerca in materia di difesa 2017-2019 (PADR – infra) e dal programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa 2019-2020

2 proposta di regolamento sul programma europeo di sviluppo del settore della difesa (COM(2017) 294)

3 Si veda Figura 1 – Fonte Commissione Europea.

4 Si veda figura 2

5 Si veda Figura 3 – fonte: NATO, International Institute for Strategic Studies, SIPRI, Munich Security Report 2017

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