Star Wars Episodio IX: lo Space Command di Trump

Lo scorso 18 dicembre il Presidente americano Donald Trump ha firmato il decreto per creare lo Space Command, l’armata spaziale agli ordini del Pentagono destinata a coordinare e pianificare operazioni militari nello spazio e non solo. L’obiettivo, secondo il Presidente, sarebbe anche quello di difendere da Cina e Russia il sistema di satelliti Usa, fondamentali per la navigazione, le comunicazioni e la sorveglianza. Questa idea era stata evocata per la prima volta in un discorso presidenziale nel marzo 2018, quando il tycoon parlò per la prima volta di una Space Force o Forza militare spaziale americana, affermando che vi era molto lavoro ancora da fare nello spazio e che era necessaria una nuova forza.

La decisione è stata annunciata dal suo vice, Mike Pence, nel corso della sua visita in Florida, proprio al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, la base dalla quale si eseguono la maggior parte dei lanci delle missioni spaziali Usa. Ma cosa sarà esattamente questa nuova struttura dal nome futuristico e dal sapore cinematografico? Ad oggi, per quello che ci è dato sapere lo “Space Command” avrà risorse dedicate e sarà guidato da un generale a quattro stelle che dovrà rispondere al Pentagono. Avrà il compito di vigilare sulla difesa dello spazio come il “Pacific Command” vigila sulla sicurezza dell’Oceano. Per questa struttura all’avanguardia si pensa anche all’istituzione di una corrispettiva figura politica, quella del sottosegretario alla Difesa per lo spazio. Secondo un rapporto del Pentagono pubblicato in agosto, il nuovo comando si concentrerà su dottrina, tattiche, tecniche e procedure del combattimento spaziale.

Il piano, certamente ambizioso, ha suscitato, come prevedibile, molteplici reazioni che vanno dalla preoccupazione, in particolare per quanto riguarda i costi, all’ironia, con espliciti riferimenti alla saga di Star Wars con protagonista Trump come paladino dello spazio. Tra i preoccupati, gli astronauti della Nasa hanno espresso posizioni critiche in merito a questo progetto, che secondo Trump e con il supporto del Pentagono, dovrebbe vedere la luce nel 2020. Scott Kelly, veterano delle missioni spaziali della Nasa ed ex pilota top gun della marina militare Usa, ha dichiarato che creare nuove capacità offensive nello spazio va contro i trattati internazionali sottoscritti dagli Stati Uniti, come ad esempio l’Outer Space Treaty del 1967. Intaccare le relazioni pacifiche in questo ambito potrebbe creare effetti negativi in particolare nelle relazioni con Russia e Cina, che di certo non staranno a guardare.
Sempre Scott Kelly ha espresso le sue perplessità riguardo i costi incredibilmente alti che questa struttura impegnerebbe: secondo i calcoli del Pentagono si tratterebbe di almeno 8 miliardi di dollari in cinque anni.

Perplessità e critiche dure sono state espresse anche all’interno dell’Amministrazione. Alcuni settori del Pentagono hanno accolto con forte riluttanza questa iniziativa temendo un appesantimento in chiave burocratica della riorganizzazione dei militari e un potenziale ridimensionamento delle responsabilità dell’Air Force. Proprio i vertici dell’Air Force sono sul piede di guerra perché temono di perdere parte delle loro prerogative chiave, nonché una fetta consistente di risorse e di uomini.

Ma Trump non intende indietreggiare. Immaginando i suoi alfieri dello spazio con tanto di uniforme e quartier generale, ha di fatto avviato l’istituzione dello “Space Command”, che, identificato come un centro di comando per l’organizzazione e la gestione delle future missioni spaziali militari, non necessita di autorizzazioni di alcun genere. Per il via libera definitivo, tuttavia, servirà successivamente il voto del Congresso, al quale spetterà anche la verifica delle coperture finanziarie. Ma questa è un’altra partita: intanto il percorso è già avviato. E così accanto all’Esercito, la Marina Militare, l’Aviazione, i Marines e la Guardia Costiera comincia a prendere forma anche l’Armata Spaziale. La sesta branca delle forze armate statunitensi rappresenta una nuova frontiera e lo spazio un luogo dove gli Stati Uniti vogliono giocare un ruolo dominante.

Il nostro destino oltre la Terra non è solo una questione di identità nazionale, ma una questione di sicurezza nazionale”, ha detto Trump, che considera tutto questo parte integrante della Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Sul campo di battaglia del futuro, la reazione delle altre potenze militari mondiali, in particolare Russia e Cina, per adesso resta un’incognita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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