Verso il voto di novembre: la corsa alla presidenza si avvicina allo sprint finale

Donald Trump ha fatto il suo ritorno in prima persona nella campagna elettorale a pochi giorni dalla sua conclusione dopo una rapida guarigione. Le elezioni del 3 novembre si avvicinano sempre di più e non è certo quale impatto avranno le polemiche politiche, la pandemia e le tensioni sociali sulla scelta degli americani.

La notizia della positività al Coronavirus di Donald Trump aveva scosso la politica americana, e non solo, e sembrava poter compromettere la sua corsa elettorale, o comunque obbligarla ad un repentino cambiamento di strategie e di azioni.

In realtà, con il comizio tenuto in Florida nei giorni scorsi, e già con la sua apparizione molto mediatica davanti ad alcune centinaia di fans dalla Casa Bianca, Donald Trump sembra ancora una volta aver sovvertito molti dei pronostici, e delle ipotesi, fatte nei giorni scorsi, e con grande rapidità essersi rimesso di gran carriera in corsa per lo sprint finale. Restano le polemiche sulle sue scelte e sul suo stato di salute, così come sulla gestione della pandemia, a partire dai contagi interni stessa Casa Bianca o dalle affermazioni del Presidente sul Covid, ma la sua rapida guarigione potrebbe anche diventare uno strumento in più di campagna elettorale.

Nei giorni scorsi però è stato abbastanza chiaro che vicenda del contagio e le critiche successive ad esso, abbiano inizialmente colpito Trump, ma va visto quanto rispetto ai suoi elettori. Forse, l’impressione che sembra essere emersa dalle sue dichiarazioni recenti e da queste ultime uscite pubbliche post-contagio, è proprio che  Trump sembra voler utilizzare la sua rapida guarigione, per rilanciare le sue chances di riconferma, nonostante i sondaggi nazionali continuino a darlo indietro. Indietro, come quattro anni fa, ma anche con dei segnali di ripresa in alcuni stati.

Infatti sia a livello nazionale che anche in numerosi stati chiave Joe Biden sarebbe in vantaggio, anche in maniera considerevole in alcuni casi, in particolare anche nella fascia di stati del Midwest che 4 anni fa furono decisivi nell’assegnare la vittoria, in maniera inaspettata, a Donald Trump. Il timore però rimane alto, rispetto a quanto avvenuto quattro anni fa, ovvero che qualcosa tra le previsioni dei sondaggisti, allora.come oggi, e la realtà possa non tornare, e fino all’ultimo l’incertezza regnerà sovrana, un po’ perchè la situazione è davvero complessa, il paese appare molto spaccato, e perchè in pochi rischieranno comunque di sbilanciarsi troppo pronosticando una vittoria o una sconfitta certa per uno dei due candidati.

Le elezioni intanto si avvicinano sempre di più e mancano oggi circa venti giorni al giorno in cui gli Americani, nonostante il Covid e la pandemia, dovranno scegliere se eleggere Joe Biden o confermare Donald Trump. In un clima di polemiche e divisione, i 50 stati dell’Unione presto saranno il teatro dell’elezione più attesa dell’anno. I realtà alcuni americani hanno già votato o lo stanno già facendo per posta, e anche il numero di coloro che lo faranno, visto il rischio di polemiche legate proprio a questo tipo di voto, potrebbe non essere indifferente.

Il confronto, nonostante la vicenda del contagio del Presidente, è andato comunque avanti. La corsa a conquistare i voti di pezzi di elettorato rilevanti o degli ultimi indecisi si farà sempre più accesa, non solo da parte dei due candidati, ma anche dei loro rispettivi partiti e dei comitati elettorali.  Pochi giorni fa intanto era andato in scena il confronto tra i due candidati vice-presidenti (l’attuale in carica Pence e la candidata afroamericana Kamala Harris) che è sembrato essersi svolto con un confronto dialettico certamente meno duro di quello che invece era stato tra i due candidati presidenti e che aveva suscitato infatti aspre polemiche e giudizi molto duri degli opinionisti. Ma al di là di quanto i dibattiti televisivi potranno spostare o meno in termini di consenso effettivo, la polemica sorta intorno al rinvio del secondo round tra Biden e Trump, previsto in versione virtuale, è sembrato più utile ai fini di motivare i propri supporters che altro. Alla vigilia del nuovo confronto televisivo a distanza e in attesa che il secondo confronto televisivo in presenza si tenga davvero, ipotizzato intorno alla fine del mese, sarà proprio la mobilitazione dei propri elettori, soprattutto attraverso i media e i social network, la carta che ognuno dei candidati proverà a giocare, in questi ultimi giorni di una campagna elettorale difficile e lunga che da mesi ormai coinvolge milioni di persone e che viene seguita, come nessun altro caso, da tutto il mondo.

La coabitazione del confronto politico-elettorale con la tragedia del Covid, che continua ad essere argomento di polemica dura tra gli schieramenti, ha fortemente influenzato lo svolgimento della campagna elettorale, come dimostrato dalla recente vicenda che ha coinvolto il presidente in carica. Ma ancora di più, ciò che ancora non è del tutto chiaro, al di là dei sondaggi, è quanto crisi economica, pandemia, tensioni sociali e razziali, su entrambi i lati dello schieramento in cui oggi l’America è divisa, peseranno veramente.

Trump cercherà di sfruttate probabilmente gli ultimi giorni di campagna elettorale anche veicolando l’immagine di determinazione e capacità unite alla promessa di essere il Presidente che garantirà ordine e legalità, non solo guarito rapidamente dalla malattia, ma anche pronto a portare fuori il paese da questa grave tragedia. I timidi spiragli di ripresa economica verranno salutati come un segnale positivo da valorizzare, ed è indubbio che per una larga fetta del suo elettorato, non vi sono dubbi sulla sua eccezionale capacità di rappresentare l’America e poterla far ritornare grande. Ma a parte le convinzioni dei supporters più motivati, che sono perfettamente speculari a coloro che invece, sul fronte opposto, sono contro Trump a prescindere, il dato vero da un lato ci conferma che comunque sia, nei prossimi giorni di campagna elettorale Trump cercherà di calamitare l’attenzione generale e rimanere al centro dell’attenzione più possibile. Dall’altro lato però è da vedere come, sia la situazione generale, che vede gli USA ancora come primo paese al mondo per contagi e morti da Covid, sia la crisi economica che le tensioni o la paura di nuove violenze, potranno spingere gli ultimi elettori indecisi e la larga fetta di elettori moderati a decidere da chi essere governati per i prossimi 4 anni.

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