Biden, subito una partenza sprint

Terminata la cerimonia dell’Inauguration day, Joe Biden si è insediato come 46esimo Presidente e alla Casa Bianca ha firmato 17 provvedimenti esecutivi che cancellano numerose scelte fatte dal suo predecessore. Un atto, su molte questioni di attualità, di grande impatto politico, ma anche dal chiaro valore simbolico.

Subito dopo la cerimonia di giuramento davanti al Campidoglio, Joe Biden si è insediato come nuovo Presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca e ha subito voluto dare un segno politico e simbolico chiaro, dopo le parole spese nel suo discorso, attraverso l’adozione immediata di alcuni atti concreti eseguita nel suo primo giorno di mandato (come già annunciato anche nei giorni scorsi).

Dopo i mesi della complessa e travagliata transizione presidenziale, culminati con i fatti di Capitol Hill, nella promessa di voler riunificare il paese e dare un nuovo slancio all’America, l’impressione trasmessa dal nuovo Presidente è stata quella di voler imprimere un’accelerazione al nuovo corso avviato con la sua elezione, oltre che un’immediata spinta alla sua azione, firmando numerosi provvedimenti esecutivi che su molte materie segnano un forte cambio di rotta rispetto alle scelte portate avanti dal suo predecessore.

In particolare, gli atti firmati, producono un’inversione netta di tendenza e un cambio completo di linea che la sua amministrazione, come promesso in campagna elettorale, ha deciso di portare avanti da subito su molte e diverse materie. Si è trattato infatti di 17 provvedimenti, di portata per certi versi storica, che dall’introduzione dell’obbligo di uso della mascherina in tutte le aree di giurisdizione federale all’immigrazione, dal rientro negli accordi sul clima di Parigi e nell’OMS, fino allo stop nella costruzione del muro con il Messico, segnano una cesura con gli anni di Trump e molte delle sue più controverse e discusse scelte.  Evidente la volontà del nuovo Presidente di voler dare da subito, con uno sprint deciso, un segno chiaro al suo mandato, non a caso partendo dal tema della lotta al coronavirus, primaria emergenza nazionale  e globale, rispetto a cui aveva dedicato ampi passaggi anche del suo discorso di insediamento.

L’impressione è che Joe Biden voglia subito avviare un corso nuovo e diverso per gli Stati Uniti. E il segno della svolta impressa da Biden e dalla sua volontà di aprire una fase nuova non è stata solo evidente nelle scelte, alcune molto simboliche, adottate durate la cerimonia di insediamento e nelle sue parole rivolte alla nazione, dall’impegno nella lotta contro il razzismo e le discriminazioni alla volontà di riunire il paese, combattere la crisi pandemica e difendere la democrazia da ogni minaccia, ma appare sempre più chiaro anche nelle scelte fatte nella composizione del suo gabinetto, dove spiccano figure di grande esperienza, ma anche scelte molte coraggiose e innovative. Un gabinetto che in qualche modo rispecchia anche la ricchezza e la pluralità dell’America del terzo millennio: dalla scelta del primo segretario alla Difesa afro-americano alla guida del Pentagono a quella di due donne per ruoli strategici come il Dipartimento del Tesoro e la guida dell’intelligence nazionale, oltre ovviamente alla scelta della prima donna Vicepresidente, solo per citarne alcune. Inoltre significativa, per dare ancora più impulso alla azione della sua amministrazione sul piano politico e internazionale con una delega particolare, la nomina di John Kerry, politico di lungo corso e di grande esperienza internazionale, come inviato speciale per il clima. Un tema su cui, con nettezza, Biden vuole segnare un forte distacco dalle scelte condotte dal suo predecessore e su cui proverà a rilanciare anche un confronto incentrato sulla collaborazione con l’Europa.

Proprio in Europa, da dove sono partiti numerosi messaggi di plauso e di complimenti al nuovo presidente, sembra respirarsi un clima di fiducia e di speranza in un nuovo corso delle relazioni transatlantiche. A partire da alcuni temi, come proprio la lotta contro il cambiamento climatico, la lotta contro la pandemia e la sfida dei vaccini, e il tema più volte evocato da Biden, non solo nel discorso di insediamento, della difesa e promozione della democrazia, su cui sembrano esservi molti punti comuni per rafforzare il legame tra le due sponde dell’Atlantico.

La partenza di Biden sembra quindi non aver deluso molti che confidavano, da subito, in un deciso cambio di rotta. Adesso, nei prossimi giorni, il neo Presidente sarà chiamato a mantenere questo sprint e questo nuovo corso nella complessa sfida del governo. Partendo dalla battaglia contro la pandemia e la crisi economica e occupazionale il primo grande banco di prova non solo per la sua amministrazione ma anche per il resto del mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *